Imu, si riapre lo scontro. I Dem : “Si a tassa su case di lusso” il Pdl: “Non si torna indietro”
Si riaccende lo scontro tra Pd e Pdl sull’Imu. I democratici infatti tornano a proporre di far pagare la prima rata sulle case di lusso. Inizialmente bocciato, l’emendamento per tassare gli immobili con una rendita catastale superiore ai 750 euro è stato ripescato dalla commissione bilancio della Camera. Le risorse recuperate, però, dovrebbero coprire la cig e gli sconti sugli affitti e non, come prevedeva la prima formulazione, il ripristino dell’Iva al 21% dal primo novembre al 31 dicembre. Il presidente della commissione, Francesco Boccia, ha chiesto di ritirare tutti gli emendamenti del decreto legge che riguardano le norme sulla cancellazione della prima rata dell’imposta sulle abitazioni principali. ”Oggi tutti i comuni hanno ottenuto i trasferimenti della prima rata” da parte dello Stato, ricorda Boccia.
Una decisione che è stata presa dopo l’allarme lanciato dal presidente dell’Anci, Piero Fassino, e che rende eventuali modifiche al decreto legge di difficile applicazione dal punto di vista finanziario. Il presidente ha rivolto, quindi, un ”appello per il ritiro degli emendamenti ai primi due articoli”. Il primo articolo prevede l’abolizione della prima rata imu, mentre il secondo articolo esclude dalla seconda rata i cosiddetti beni merce. ”Ora stiamo discutendo del provvedimento che riguarda la prima rata Imu, incassata in questi giorni dai comuni come richiesto dall’Anci”, ricorda Boccia. ”Non vanno fatti pasticci. Riaprire un dibattito sulla prima rata significherebbe fra l’altro creare squilibri fra i comuni che ricevono i trasferimenti”. Su un totale di circa 150 proposte di modifica, tra le ammesse e le ripescate, quelle che riguardano i primi due articoli sono circa la meta’; che dovranno essere votati tra domani e mercoledi’. L’approdo del provvedimento in aula, di conseguenza, potrebbe slittare a giovedi’.
Dal salotto di ‘Porta a Porta’ il presidente dei senatori Pdl Renato Schifani lancia un altolà. “Non intendiamo far pagare nessun prezzo al governo. Ma sul programma concordato non arretreremo di un millimetro, compreso sull’Imu. Per questo dico di no a maggioranze trasversali. Avevamo detto di no dall’inizio a che maggioranze diverse, in aula, possano modificare quanto concordato” In tutto sono stati oltre 320 gli emendamenti bocciati dalla commissione su un totale di circa 450, in vista dell’approdo di in aula del decreto Imu che, previsto per mercoledì, molto probabilmente slitterà a giovedì.
Tra le proposte bocciate anche quella, sempre del Pd, di tassare gli immobili sfitti al 50% dell’Irpef e utilizzare le risorse per sconti alle imprese e agli inquilini.
Critico sulla bocciatura della maggior parte degli emendamenti il Movimento 5 Stelle secondo cui Napolitano ha firmato ”un decreto incostituzionale”. A dire di governo e maggioranza le proposte sono inammissibili perché ”prive dell’idonea copertura finanziaria. Bene, d’accordo: allora percheé nello stesso decreto viene inserita la copertura da 600 milioni derivante dal contenzioso con le concessionarie dei giochi d’azzardo?”. ”Sappiamo che finora l’adesione delle imprese del gioco alla transazione proposta dal Fisco equivale a circa 13mila euro – dicono ancora i deputati del MoVimento – Una briciola rispetto ai 600milioni in cui l’esecutivo spera. Cosa vuol dire? Che anche il decreto è inammissibile? La Corte dei Conti ha già fatto i propri rilievi critici e noi diciamo da tempo che il presidente Napolitano ha firmato un decreto incostituzionale”.
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