Femminicidio, via libera del Senato al decreto che inasprisce le pene. Ma la legge nasce tra le polemiche
Il Senato ha approvato il decreto sul femminicidio con 143 voti a favore, 3 contrari e nessun astenuto. Lega, Sel e M5S non hanno partecipato al voto. Con il via libera di palazzo Madama il provvedimento diventa legge. ”Il Senato ha convertito in legge il decreto del governo sul femminicidio dopo un intenso e positivo lavoro. E’ un giorno davvero importante”, scrive su twitter il premier Enrico Letta.
Prima del via libera, la seduta è stata segnata dalle polemiche per i tempi ristretti di discussione e la disomogeneità del provvedimento. L’aula ha respinto una pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S (“questo atto non ha i requisiti costituzionali di omogeneità”, ha detto Francesco Campanella).
“E’ inaccettabile ed è persino osceno che, con l’alibi di una legge importantissima come quella contro il femminicidio, si contrabbandino misure che con il femminicidio non hanno nulla a che vedere e che andrebbero definite senza ipocrisia un nuovo ‘pacchetto sicurezza’”, ha accusato Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto-Sel, e il senatore di Sel Peppe De Cristofaro. Anna Finocchiaro del Pd ha denunciato la disomogeneità del provvedimento avvertendo che “è l’ultima volta che accettiamo qualcosa del genere”. Detto questo, ha aggiunto, il capogruppo Zanda ”l’aula del Senato ha l’obbligo morale di approvare il decreto sul femminicidio, una legge che milioni di donne italiane aspettano da molti anni”.
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