Renzi scende in campo e lancia la sfida al Pd. “L’amnistia e l’indulto un clamoroso autogol”
Il bipolarismo, un Pd più coraggioso, l’amnistia e l’indulto, la scuola, il lavoro e le sue regole che “devono essere le stesse in tutte Europa”. Tanti i temi affrontati da Matteo Renzi che, dalla Fiera del Levante di Bari, lancia la sua candidatura alla segreteria del Partito democratico.
SCUOLA. “Abbiamo il voto degli insegnanti, ma non ci siamo mai preoccupati di essere fino in fondo al fianco degli insegnanti. Li abbiamo bombardati con la contraerei delle riforme e non li abbiamo mai coinvolti in un progetto serio” dice Renzi. “Da gennaio andremo comune per comune, scuola per scuola e piazza per piazza” e “sarà la piu’ grande campagna di ascolto mai tentata”. Così, “toglieremo ogni alibi a chi dice ‘non mi ascoltano’ e poi è stato frustrato da una gestione indecorosa”. Il Pd “che faremo – spiega – partirà dalla scuola, non solo come gesto simbolico o perché lì vogliamo recuperare consenso, ma per costruire il futuro”.
PD. Sul congresso del Pd, il sindaco chiede di finirla con l’idea che sia sempre tutto un “grande accordo che continua sempre, l’idea del ‘facciamoli votare e poi ci mettiamo d’accordo noi’, sempre le stesse facce e sempre le stesse litanie. Questo congresso non serve per definire chi è più bravo e simpatico, ma per dire quello che farà il Pd nei prossimi mesi: se vinciamo noi, saremo la sentinella del bipolarismo e dell’alternanza”.
RIFORMA ELETTORALE. Renzi chiede poi che l’iter della riforma elettorale parta “dalla Camera” e non dal Senato. E annuncia che “entro novembre” arriverà una sua proposta di legge. La sintetizza così: “Primo, quando scrutini sai chi ha vinto. Secondo, quello che ha vinto è il colpevole delle cose che non fa e non avrà alibi. Terzo, che c’è un’alternanza”.
CARCERI. E sul tema delle carceri afferma: “Affrontare oggi il tema dell’amnistia e dell’indulto così, è un clamoroso errore, un clamoroso autogol”. E precisa: “Come facciamo a spiegare ai ragazzi il valore della legalità, se poi ogni sei anni quando abbiamo le carceri piene buttiamo fuori qualcuno”, dice Renzi. Secondo il sindaco bisogna agire piuttosto su alcune leggi che non hanno funzionato: “Si possono cambiare la Bossi-Fini e la Giovanardi. Bastano i cognomi per capire perché… ma non è per quello che li cambiamo, le cambiamo perché non hanno funzionato”.
L’EUROPA - “L’Iltalia – aggiunge – è credibile se cambia, se l’Italia cambia può anche chiedere che cambino i paletti in Europa. Questi parametri sono parametri di 20 anni fa” dice Renzi riferendosi ai parametri Ue. “Fa bene il governo a rispettarli ma il principio del tre per cento è superabile, certo che si può chiedere in Europa di cambiare regole, ma lo potremo fare se prima cambiamo verso all’Italia. L’Italia deve cambiare verso all’Europa, il Pd deve cambiare verso all’Italia”, sottolinea.
GLI ULTIMI 20 ANNI - “L’Italia – dice nel suo intervento – in questi vent’anni ha perso tempo. Abbiamo avuto discussioni continue senza risolvere i problemi delle persone. L’unica vera novità sono stati i talk show politici. Abbiamo perso tempo e occasioni”. E ancora: “Essendo il tempo il bene più prezioso – continua il sindaco – perché meno recuperabile, ogni volta che ci voltiamo indietro ci rende inquieti l’idea del tempo che abbiamo perduto. E l’Italia ha perso tempo in questi venti anni” dice Renzi .
CAMBIARE - “Non accettiamo l’idea di perdere la speranza, non cediamo alla rassegnazione, né alla stanchezza. Il Pd – esorta – restituisca alla politica un minimo di speranza. Cambiare è l’unica soluzione”. Per questo, “la scommessa che abbiamo di fronte è dare spazio non alla rassegnazione ma al cambiamento: il Pd, se continua come adesso, non vince e un partito che non vince mai non serve: vincere è l’unico modo perché l’Italia torni a crescere”.
Renzi vuole insomma un “Pd curioso che si chieda il perchè delle cose, che va incontro alle persone” e un”Pd coraggioso che sfati i tabù”, un partito “capace di recuperare il gusto della sfida”. E ancora: “Sogno un Pd che cambi la vita di ognuno di noi”.
Il sindaco parla anche del governo Letta. “Noi non facciamo un congresso per capire quando dura il governo. Il governo si caratterizza dalle cose che fa. E se fa cose utili al Paese, siamo a fianco del governo. Se non lo fa, noi lo diremo”.
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