Gp Giappone, nuovo trionfo di Vettel. Quattro vittorie in fila e il campionato a portata di mano. La Ferrari di Alonso al quarto posto
Quinta vittoria di fila, ma il quarto titolo del mondo non è ancora aritmeticamente nelle sue mani: Sebastian Vettel trionfa anche in Giappone, dando il là a una doppietta Red Bull (secondo posto per Mark Webber) e domando la bella resistenza di Romain Grosjean (terzo con la Lotus), ma per la festa iridata dà appuntamento alla prossima gara, tra due settimane in India. Fernando Alonso, infatti, non esce dalla “zona di sopravvivenza”, conclude con un quarto posto che è manna rispetto alle prospettive della qualifica (solo ottavo tempo per lo spagnolo) e tiene accesa la fiammella della speranza. Peraltro, il passaggio da 77 a 90 punti di scarto rispetto al tedesco fa sì che le chance siano puramente teoriche: a Greater Noida mancheranno quattro corse alla fine, con un totale di 100 punti in palio, e a Vettel sarà sufficiente non perdere 22 punti nei confronti di Fernando per chiudere subito la pratica.
In caso contrario, ben difficilmente la preda gli sfuggirà la volta dopo, ad Abu Dhabi. Realisticamente, dunque, il campionato della Ferrari si trasforma nella battaglia per il secondo posto tra i costruttori, conteso alla Mercedes.
E’ una lotta che sulla pista di Suzuka ha visto il Cavallino aumentare a 10 lunghezze il vantaggio, perché se anche Massa ha portato fieno in cascina (il minimo possibile, ad ogni modo, frutto di un decimo posto dal sapore punitivo dal momento che Felipe ha dovuto scontare un drive through per aver superato la velocità massima nella pit lane, compromettendo un piazzamento migliore), sul fronte delle Frecce d’Argento il solo Rosberg ha contribuito alla causa, compensando in parte al ritiro di Lewis Hamilton. E’ stato proprio dell’inglese della Mercedes il primo colpo di scena: al via s’è toccato con Vettel, nel tentativo di infilarsi al centro tra le due Red Bull, e, oltre alla foratura della gomma posteriore destra, Lewis ha riportato danni al fondo della monoposto; dopo nove giri il suo Gp era già finito.
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