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Legge elettorale, Grillo va allo scontro frontale con Napolitano: “Decisione tardiva, non andremo all’incontro oggi col Presidente”

Legge elettorale, Grillo va allo scontro frontale con Napolitano: “Decisione tardiva, non andremo all’incontro oggi col Presidente”

 Il M5S opta per la linea dura. Dopo le polemiche e la dura reazione delle opposizioni al vertice tra Napolitano e la maggioranza sulla legge elettorale, a quanto apprende l’Adnkronos il Movimento di Grillo è orientato a disertare l’incontro che si terrò questo pomeriggio alle 16:30 al Colle sul tema delle riforme.

“No, non andiamo al Colle, lo riteniamo inutile. Ieri abbiamo avuto la conferma che non c’è una reale volontà di confronto. L’immagine che ho in mente è che ieri ci sia stata la cena per gli adulti, oggi la merenda per i piccoli, ma noi non ci saremo”, ha detto Paola Taverna, capogruppo del M5S al Senato, all’Adnkronos. “La nostra -rivendica Taverna- è una forza politica che rappresenta il 25% dei cittadini, non è così che va trattata. Stanno modificando la Costituzione in quaranta, la legge elettorale in sei e a questo punto mi chiedo quando torneremo alla monarchia”.

A seguito delle critiche mosse dai grillini, ma anche della Lega, Fdi e Sel, dall’ufficio stampa del Quirinale nella serata di ieri è trapelata la notizia della volontà del Capo dello Stato di ascoltare i vari gruppi di opposizione sulla riforma del Porcellum. Ma per i vertici del Movimento quella del Colle è “una mossa tardiva: tentano di mettere una pezza quando ormai il guaio è fatto. Se ci fosse stata la volontà di un confronto ampio, Napolitano avrebbe convocato tutti i capigruppo, senza distinzione alcuna”. “E poi basta – avrebbe ripetuto un infuriato Grillo ai suoi – con un Presidente che rappresenta solo chi gli pare, ignorando i 9 milioni di italiani che ci hanno votato”.

Di fatto, i rapporti tra Napolitano e i 5 Stelle si fanno sempre più tesi, giorno dopo giorno. Ieri da Trento l’annuncio di Grillo: “abbiamo dato mandato al nostro ufficio legale per presentare la richiesta di impeachment”. Una strada, quella della messa in stato d’accusa del Presidente, a cui i grillini lavorano alacremente da giorni: da Roma sarebbero già stati spediti dei dossier, diretti a Genova e Milano, con tutte le informazioni per dare seguito alla richiesta di impeachment contro Napolitano.

Non d’accordo con la posizione di M5S il sindaco di Firenze Matteo Renzi, secondo il quale la decisione di Napolitano di ascoltare anche l’opposizione rispecchia il suo ruolo: “Se avesse convocato solo la maggioranza non sarebbe stato bello. Siccome ha convocato anche l’opposizione, fa il suo ruolo”.

Il candidato alla segreteria del Pd, poi aggiunge che la vicenda della riforma della legge elettorale “sta diventando una barzelletta”. “Io piango da 25 settimane perchè questo era uno dei temi fondamentali. Anzi, ci sono anche 70 settimane precedenti quindi dovremmo festeggiare la 100esima settimana senza che si sia fatto nulla”, ha detto, spiegando che c’è “un solo modo credibile” per uscire da questa situazione: “Con una legge chiaramente bipolare con cui nessuno poi va a braccetto con l’altro, che consenta di sapere subito chi ha vinto e che garantisca la stabilità per cinque anni”.