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Casta senza frontiere: parcheggio gratis per gli onorevoli, trovato l’espediente per non pagare il contributo di 100 euro

 ’Onorevoli’ parcheggi gratis a Montecitorio. I deputati che decidono di posteggiare il loro veicolo -auto, moto o scooter che sia- nel parcheggio di via della Missione, a due passi dal Palazzo dove ha sede la Camera dei deputati, ancora oggi lo fanno gratuitamente. E ciò nonostante una delibera del Comitato per la Sicurezza di Montecitorio, datata 20 novembre 2012, che ha istituito un contributo mensile di 45 euro per le moto e di 100 per le autovetture dei deputati. A oggi il pagamento è fermo, ‘congelato’ ormai da mesi. Eppure a ben guardare il tributo chiesto agli onorevoli è esiguo rispetto ai prezzi dei parking in zona: un posto auto per una piccola utilitaria in un parcheggio a meno di 700 metri da via della Missione costa ben 550 euro al mese.

Ma pare che a diversi parlamentari il balzello fissato dal Comitato per la sicurezza non sia andato giù. “Da qui lo stand-by”, si dice convinta Roberta Lombardi, ex capogruppo M5S, che della vicenda ha fatto una vera e propria questione di principio. Il 4 luglio scorso, infatti, la grillina si è armata di carta e penna e ha scritto una lettera al presidente della Camera Laura Boldrini. Lombardi, nella missiva, riprende una lettera a lei indirizzata datata 25 marzo 2013 in cui il servizio per la sicurezza la informava sui posti macchina a disposizione dei grillini e sulle relative quote di pagamento. I posti auto venivano assegnati secondo una ripartizione proporzionale stabilita in base alla consistenza numerica di ciascun gruppo. Nel parcheggio in via della Missione erano 12 i posti auto riservati al M5S. Ma, dopo il primo mese in cui tutto sembra procedere secondo le regole – compreso pagamento con relativa detrazione in busta paga – a un certo punto “comincia un vero e proprio far west – spiega Lombardi all’Adnkronos – dove vige la regola aurea del ‘chi primo arriva meglio alloggia’”.

Tant’è che Lombardi informa Boldrini che “non solo non vengono riscosse le quote dovute”, si legge nella lettera spedita alla presidente il 4 luglio, ma si “sta generando un vero e proprio afflusso indiscriminato di vetture”, “pare a causa di alcuni gruppi che starebbero facendo ‘ostruzionismo’ criticando e non condividendo i criteri di attribuzione degli stessi”. A Lombardi rispondono i questori della Camera Stefano Dambruoso, Paolo Fontanelli e Gregorio Fontana con una lettera del 1 agosto scorso, in possesso dell’Adnkronos, in cui spiegano che il “Collegio dei questori ha stabilito di prorogare, in via transitoria e fino all’istituzione del Comitato per la sicurezza, il regime adottato nella scorsa legislatura, secondo il quale i deputati possono parcheggiare nell’area dedicata di via della Missione in ordine di arrivo e sino al raggiungimento della capienza. Tale decisione -spiegano i questori- è stata assunta in ragione delle esigenze manifestate da alcuni gruppi parlamentari”. “Alla luce di quanto deciso dal Collegio non si tratta, pertanto – puntualizzano Dambruoso, Fontanelli e Fontana – di un accesso indiscriminato al parcheggio di via della Missione, ma della facoltà, attribuita a tutti i deputati, di continuare a parcheggiare secondo i criteri già in vigore nella scorsa legislatura. In merito inoltre alla riscossione dei contributi per il parcheggio, essa potrà avere luogo alla conclusione del regime transitorio anzidetto”.

Quindi la questione è rinviata al Comitato per la sicurezza, “che è stato da pochi giorni istituito”, scrivevano i questori lo scorso 1 agosto, e che dovrà decidere sul “dispositivo di attuazione della delibera del 20 novembre 2012″ e sulle “eventuali determinazioni che il Comitato stesso riterrà di assumere”. Un conguaglio con i mesi di pagamento inevasi forse? “No, non è possibile – si dice sicura Lombardi – non c’è nessuna forma di controllo, umana o meccanica, per registrare l’ingresso dei deputati nel parcheggio di via della Missione, dunque i mesi andati possono considerarsi ormai abbuonati. Eppure un piccolo contributo dei parlamentari che godono di questo benefit porterebbe alla copertura quasi totale dei costi di gestione. Ma, quando si tratta di soldi pubblici, il Palazzo è sordo, non riesce proprio ad agire con un pizzico di buonsenso”.