C’è una serie di ”documenti che ci consentiranno di presentare domanda di revisione alla Corte d’appello di Brescia”. Silvio Berlusconi in apertura di conferenza stampa nella sede di Fi in piazza in Lucina ha confermato l’intenzione di ”chiedere la revisione del processo” sui diritti tv. “Contiamo di avere 12 testimonianze, di cui probabilmente 7 completamente nuove”. L’ex premier ha ribadito che andrà avanti, “fino in fondo” per la revisione e nel ricorso alla Corte europea, perché, ha dichiarato, “devo uscire per quello che sono: un cittadino esemplare che ha sempre pagato le tasse, che ha sempre dato un contributo positivo ai propri cittadini e al proprio Paese”. Il Cavaliere ha assicurato che al momento della nascita dell’attuale governo e della rielezione del presidente della Repubblica ”non c’è stato nessun patto” con Giorgio Napolitano ”rispetto ad un salvacondotto” e “non c’è stata contrattazione alcuna”. In vista del voto sulla decadenza di mercoledì prossimo Berlusconi ha scritto una lettera ai senatori del Pd e del Movimento 5 Stelle chiedendo un rinvio del voto dopo le nuove prove emerse relativamente al processo sui diritti tv. L’ex premier ha sottolineato la necessità di pacificazione. Se i due partiti dicessero sì alla decadenza, ha aggiunto, dovrebbero vergognarsi di questa decisione.Dal 1 agosto, ha riferito, “ho passato i giorni più brutti e più terribili della mia vita” per “una condanna ingiusta che comporta una damnatio memoriae sulla mia storia di imprenditore e di uomo di Stato”. Berlusconi ha poi escluso l’ipotesi di un passaporto diplomatico offertogli da Vladimir Putin che gli potrebbe permettere di lasciare l’Italia. “E’ una possibilità che non ho mai considerato – ha sottolineato -, perché desidero che la mia innocenza venga fuori a tutto tondo”.Fra i nuovi documenti che il Cavaliere intende presentare, c’è in particolare una testimonianza diDominique Appleby, che “è stata amministratore delegato nel Gruppo Agrama”, e che sarà uno dei testi alla base della richiesta di revisione del processo sui diritti tv. Una prova che troverebbe “assoluta conferma” in “15mila documenti” provienienti da Hong Kong e “aspettiamo – annuncia l’ex premier- ancora documenti dalla Svizzera e dall’Irlanda”. Una “persona assolutamente di livello”, spiega il leader di Forza Italia, che di fronte alle autorità investigative fiscali statunitensi è stata chiamata rispondere sulle “operazioni di mister Agrama” e poi sulle indagini relative ai rapporti tra Berlusconi e Agrama. “Ho espresso il mio choc -si afferma nella testimonianza letta dall’ex premier- nell’apprendere che mister Berlusconi era stato incriminato e che la base di tale incriminazione fosse che mister Berlusconi avesse in qualche modo tratto profitto dallo schema escogitato da mister Agrama, da mister Bruce Gordon, della Paramount pictures, e da Daniele Lorenzano, di Mediaset, per distrarre denaro dalla vendita di diritti televisivi”. “Ho detto agli agenti che mister Berlusconi non aveva ricevuto alcun pagamento da mister Agrama. Ho inoltre affermato che qualunque accusa che mister Berlusconi avesse ricevuto un qualche beneficio finanziario dall’acquisto di mister Agrama di diritti cinematografici da Paramount o dalla rivendita di mister Agrama di tali diritti a Mediaset, era completamente falsa”.”Mister Agrama -afferma ancora la testimone nel documento letto da Berlusconi- ammise più volte con me che mister Berlusconi non aveva alcun interesse nell’Agrama Group e che tutto questo era parte di uno schema per indurre le persone a pensare che mister Agrama rappresentasse in America il Berlusconi Group. E anche mister Gordon confermò questo schema. Negli anni cenai più di trenta volte con mister Gordon e mister Agrama insieme e in ripetute occasioni ripetevano la storia di come si erano incontrati, lo schema che avevano messo in atto e i milioni di dollari che avevano ricavato da questo schema e ridevano di quanto ricchi stessero diventando, di come l’agente di Paramount pensasse che mister Agrama rappresentava mister Berlusconi, mentre l’agente di Mediaset pensava che lui rapppresentava la Paramount”.
“Durante gli anni in cui lavorai nell’Agrama Group non una sola volta vidi o sentii mister Berlusconi. Era perfettamente chiaro che nè mister Gordon, nè mister Agrama avessero alcuna relazione o conoscenza con mister Berlusconi. Mi era anche chiaro che qualunque corrispettivo pagato a mister Lorenzano era per un suo personale profitto e non era inteso per essere pagato a mister Berlusconi”.
“Fui choccata -conclude la testimone- di apprendere nell’ottobre 2013 che la Corte di Cassazione aveva confermato la condanna e che mister Berlusconi era ora a rischio di perdere il suo posto in Parlamento e magari di andare in prigione per un crimine che io sapevo bene che non aveva commesso. Credo che sia stata commessa una terribile ingiustizia. Sulla base dei miei anni di lavoro con l’Agrama Group posso affermare che mister Berlusconi non ha ricevuto alcun pagamento di alcun genere da mister Agrama, da mister Gordon, da mister Lorenzano o qualunque altra persona o parte connessa a queste persone”.
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