La “Battaglia di Natale” per il Made in Italy alla frontiera del Brennero: gli agricoltori italiani contro le contraffazioni alimentari
Frontiera del Brennero assediata da questa mattina da migliaia agricoltori e gli allevatori che, sfidando il freddo intenso, si sono radunati al valico italo-austriaco in difesa del made in Italy agroalimentare. La mobilitazione ‘La battaglia di Natale: scegli l’Italia’, è stata promossa dalla Coldiretti per “difendere l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane”. “L’obiettivo è smascherare il ‘falso Made in Italy alimentare’, aiutare i consumatori a fare scelte di acquisto consapevoli in vista del Natale e sollecitare le Istituzioni a rendere operativo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli ed alimentari” aggiunge la Confederazione degli imprenditori agricoli.
Nel piazzale scelto come campo base all’area di parcheggio ‘Brennero’ al km 1 dell’autostrada del Brennero-direzione sud Austria-Italia, ci sono trattori e decine di pullman che, nella notte, hanno già portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia. Gli allevatori ”si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere cosa arriva e dove questi prodotti vanno a finire. Sotto la lente di ingrandimento in particolare il flusso di cosce di maiale dall’estero, principalmente Germania, Olanda e Belgio che ha triplicato il valore dell’importazione rispetto alla produzione nazionale.
I manifestanti hanno sollevato cartelli indirizzati agli automobilisti in transito, per chiedere di sostenere laproposta di etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti alimentari. Sui alcuni si leggono frasi come ’615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania’, ’1 mozzarella su 4 è senza latte’, ‘Italia Germania 3 a 1, undici politici con le palle cercasi’ con la foto della squadra vincitrice dei mondiali 1982. E ancora: ‘Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10% dei posti di lavoro’, ‘Basta inganni scegli l’Italia’, ‘Subito l’etichetta per succhi di frutta, salumi, formaggi e mozzarelle’, ‘Il falso Made in Italy uccide l’Italia’, ‘Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate’. Nell’occasione la Coldiretti ha reso nota una ricerca realizzata sulla base dei dati Unioncamere relativi ai primi nove mesi del 2013 rispetto all’inizio della crisi nel 2007. Secondo lo studio con la crisi sono statechiuse in Italia 140mila (136.351) stalle ed aziende anche a causa della concorrenza sleale dei prodotti di minor qualità importati dall’estero che vengono spacciati come Made in Italy. Solo nell’ultimo anno – sottolinea la Coldiretti – sono scomparse 32.500 tra stalle ed aziende agricole e persi 36mila occupati nelle campagne, con impatti devastanti sulla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini.
“Stiamo svendendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Oggi l’Italia, anche a causa delle importazioni di minor qualità – sottolinea la Coldiretti – produce appena il 70% dei prodotti alimentari che consuma ed importa il 40 % del latte e della carne, il 50% del grano tenero destinato al pane, il 40% del grano duro destinato alla pasta, il 20 % del mais e l’80% della soia. “La colpa -conclude- è di un modello di sviluppo industriale sbagliato che ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che è aumentata la dipendenza degli italiani all’estero per l’approvvigionamento alimentare”
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