Gasparri indagato per peculato, ha usato fondi per 600 mila euro del Pdl. Lui si difende: “Non mi sono appropriato di nulla”
I militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno notificato al senatore di Forza Italia e vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri un avviso di conclusione delle indagini. Il provvedimento, notificato presso lo studio del suo difensore di fiducia, l’avvocato Giuseppe Valentino, è firmato dal procuratore capo della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, dagli aggiunti Rossi e Caporale e dai sostituiti procuratori Orano e Pioletti. L’accusa per Gasparri, che ora rischia di essere rinviato a giudizio, è quella di peculato “perché, quale senatore della Repubblica e presidente del gruppo parlamentare Pdl, avendo sul conto corrente numero 10373 presso la Bnl del Senato, a lui intestato nella qualità di presidente, pubblico ufficiale, la disponibilità di somme di denaro provenienti dal bilancio del Senato della Repubblica a titolo di contributo al funzionamento dell’ufficio di presidenza del suddetto gruppo parlamentare, si appropriava di 600mila euro”. Immediato il commento del senatore azzurro: “Non mi sono appropriato di nulla. Ritenevo comunque di aver chiarito agli organi competenti in maniera puntuale la vicenda relativa alla gestione dei fondi del gruppo parlamentare del Pdl al Senato” dichiara Gasparri, che aggiunge: “L’operazione in questione mi era stata proposta dalla banca che da sempre ha i suoi uffici in Senato e tutto è stato fatto con grande trasparenza e nell’interesse del gruppo stesso”.
“Ho la coscienza tranquilla perché, come sempre, ho operato con correttezza e linearità”. Per questo, conclude, “mi auguro che questa storia così sgradevole, i cui termini francamente riesce difficile comprendere, possa essere chiarita e definita al più presto. Appena avrò esaminato la documentazione replicherò sugli aspetti specifici”. Secondo il capo d’imputazione, per quanto riguarda i 600mila euro, Gasparri li ha utilizzati ”in data 22-03-2012 per l’acquisto, con il versamento del relativo ‘premio unico spot’ di una polizza ‘Bnl private selection Pmua 0154856′, polizza intestata a lui personalmente, avente quale durata la sua intera vita e i cui beneficiari, in caso di morte dell’assicurato, erano i suoi eredi legittimi, procedendo poi al riscatto anticipato della polizza in data 01-02-2013 liquidata in euro 610.697,28 e alla restituzione della somma di 600mila euro al gruppo Pdl-Senato con due bonifici di euro 300mila ciascuno, rispettivamente in data 20-02-2013 e 12-03-2013, a seguito di specifiche richieste della direzione amministrativa del gruppo”. Dalla lettura del capo d’imputazione, in sostanza, emerge che la somma restituita da Gasparri al partito è di 600mila euro, mentre quanto restituito dalla banca con l’annullamento della polizza assicurativa è di 610.697,28 euro. Una somma la cui destinazione deve essere ora accertata.
Intanto, con una richiesta di archiviazione, la Procura della Repubblica di Roma ha concluso un’indagine riguardante “le modalità di gestione di spendita della quota parte assegnata a Maurizio Gasparri e a Gaetano Quagliariello, nelle loro rispettive qualità di presidente e vicepresidente del gruppo parlamentare del Pdl, dei contributi erogati ai gruppi parlamentari per la esplicazione delle loro funzioni, ai sensi dell’articolo 16 del regolamento del Senato nella formulazione in vigore nella XVI legislatura”.
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