Genova, evade serial killer in permesso premio. Cancellieri: “Un fatto gravissimo”
Evade dal carcere genovese di Marassi dopo un permesso premio e rapina un automobilista. Si tratta di Bartolomeo Gagliano, savonese di 55 anni detenuto a Marassi e in permesso premio a Savona, che avrebbe dovuto far rientro proprio stamattina entro le 9. Secondo il racconto di un automobilista, il detenuto, a Savona, lo ha fermato mentre stava effettuando consegne per conto di un panificio e, minacciandolo con una pistola, lo ha costretto a risalire in auto per recarsi a Genova. Prima di lasciare Savona, però, ha obbligato la vittima a caricare in auto tre borse. Durante il viaggio l’uomo, che in passato ha commesso tre omicidi e un tentato omicidio, avrebbe confidato all’automobilista di aver bisogno di un passaggio fino a Genova per far rientro al carcere di Marassi entro le 9. Una volta arrivati nel capoluogo ligure, ha fatto scendere la vittima in via De Marini e si è allontanato a bordo dell’auto, una Panda van verde.
L’evasione di Gagliano è ”un episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso. Inutile negare che questo rischia di essere un duro colpo a quanto stiamo facendo per rendere il carcere un luogo più civile e in grado di assolvere alla propria funzione rieducativa”. Lo sottolinea il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri.”Faremo chiarezza ed individueremo eventuali responsabilità. Fatti di questo genere -conclude il guardasigilli- non possono e non devono accadere”.Le condanne per omicidio di Bartolomeo Gagliano, risalgono agli anni ’80 e l’uomo le aveva scontate, in parte in ospedale psichiatrico giudiziario. Nel dicembre 2005, era stato condannato per rapina, era stato scarcerato nell’agosto 2006 per effetto dell’indulto e una settimana dopo era tornato in carcere per estorsione, accusa per cui era tuttora detenuto. Sarebbe dovuto uscire per fine pena nell’aprile 2015.
Il carcere: “Pensavamo di farlo lavorare all’esterno” - Negli ultimi tre anni, aggiugono in carcere di Genova, aveva tenuto una condotta esemplare tanto che la direzione del carcere pensava di inserirlo in uno dei progetti lavorativi. “E’ una decisione che ci ha stupiti”. Dai tre precedenti permessi premio ottenuti sempre per motivi familiari era sempre rientrato.
Caccia aperta in tutta Italia - Il modello e la targa della vettura rubata al commesso di Savona, insieme alla descrizione del fuggiasco e alla sua foto segnaletica, sono stati trasmessi a tutti i valichi di frontiera e agli uffici di polizia giudiziaria. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per sequestro di persona ed evasione. Il fascicolo è stato affidato al pubblico ministero Alberto Landolfi, che già in passato aveva arrestato il serial killer. Sono stati istituiti posti di blocco in città e vengono visionate le immagini delle telecamere di videosorveglianza alla ricerca di indizi.
Gli omicidi - Gagliano, 55 anni, siciliano di origine, è considerato da polizia e carabinieri “individuo molto pericoloso”. Oltre ai tre assassini, ha alle spalle anche un tentato omicidio: quello della fidanzata, una ragazza toscana, ferita con un colpo di pistola al volto durante un gioco erotico. Era l’aprile del 1990, ma il primo delitto risale a nove anni prima quando Gagliano uccise a Savona, sfondandole il cranio con una pietra, Paolina Fedi, di 29 anni. Venne condannato a otto anni di manicomio criminale a Montelupo Fiorentino da dove evase però nel 1989, assassinando poco dopo, a colpi di pistola, una transessuale uruguayana e un travestito.
Un colpo di pistola alla bocca era la sua ‘firma’ sugli omicidi, ma fu sempre giudicato infermo di mente. Teatro dei suoi omicidi l’autostrada Genova-Savona, e il quartiere di Carignano nel centro di Genova. Il primo delitto la notte del 15 gennaio 1981 quando Gagliano – aveva 22 anni – uccise a colpi di pietra una donna all’altezza del casello di Celle Ligure. Il giorno di San Valentino dell’89 la vittima fu il travestito Francesco Panizzi freddato nei giardini di Poggio della Giovane Italia, nel quartiere borghese di Carignano; il giorno dopo, in corso Aurelio Saffi, a poche centinaia di metri dal precedente omicidio, Gagliano sparò alla gola ad una donna rimasta in vita perché miracolosamente il proiettile sfiorò la colonna vertebrale.
E quella volta che sparò tra la gente - E nell’83, sfruttando una breve licenza concessa dai medici, Gagliano sequestrò un’intera famiglia e da Massa Carrara raggiunse Savona, spianò la pistola alla tempia di un taxista e minacciò
un vigile urbano. Infine, inseguito dai carabinieri, si mise a sparare a caso tra gli studenti e ferì una diciassettenne.
Finì in carcere dopo essere stato fermato ad un posto di blocco: in auto gli trovarono bossoli calibro 7.65 sparati dalla stessa pistola che aveva ‘firmato’ i delitti. Ma la sua carriera criminale non si concluse qui: negli anni seguenti si susseguirono rapine, stupri, estorsioni, aggressioni, oltre a detenzione di droga, armi ed esplosivi.
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