Istat, boom di separazioni e divorzi raddoppiati in 10 anni. Una famiglia su tre composta da una sola persona. Un mondo di single
Famiglie in aumento ma sempre più piccole, una su tre è composta da una sola persona, boom di separazioni e divorzi, raddoppiati in dieci anni, e crescita vertiginosa tra gli stranieri di rumeni, moldavi e ucraini. E’ la fotografia scattata dall’Istat che oggi ha reso noti i dati definitivi del15esimo Censimento generale sulla popolazione.
SEPARAZIONI - Separati e divorziati in aumento nel 2011: il numero di addii è infatti raddoppiato rispetto al 2001 passando da 1.530.543 a2.658.943. Un separato o divorziato su due ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni. Al 9 ottobre 2011 si contano 4.632.226 vedovi, in lieve aumento rispetto alla data di riferimento del censimento 2001. Sei vedovi su dieci sono ultrasettantacinquenni, quanto al sesso si tratta di donne nell’82,4% dei casi. Lo squilibrio di genere è invece a favore degli uomini se si considerano i celibi/nubili, sono 12.939.651 uomini e 11.555.325 donne e tre su quattro non hanno ancora compiuto trentacinque anni.
FAMIGLIE - Dal 1971 ad oggi il numero di nuclei familiari è aumentato del 54% ma i componenti si sono mediamente ridotti passando dal 3,3 al 2,4. Non solo. A causa del progressivo invecchiamento della popolazione e dei mutamenti demografici e sociali almeno 1 su 3 sono composte da 1 persona soltanto, il 31,2% delle famiglie totali, circa 7.667.305 persone.
Vive dunque in famiglia ormai la quasi totalità della popolazione residente in Italia al 9 ottobre 2011 (99,5%) con una crescita del numero di nuclei, dal 2001 al 2011, del 12,8% passati da 21.810.676 a 24.611.766 unità mentre appena lo 0,5% risulta vivere in convivenza (istituti assistenziali, ospizi, istituti di cura, eccetera). Per le famiglie unipersonali l’Istat registra una crescita su tutto il territorio anche se restano comunque significative differenze tra aree geografiche: quote più basse della media nazionale si hanno in quasi tutte le regioni del Meridione e delle Isole, quelle più alte in Liguria (40,9%), Valle d’Aosta (39,6%) e Friuli-Venezia Giulia (35,6%).
Comunque, il numero medio di componenti per famiglia nel 2011 è superiore al dato nazionale soltanto nell’Italia Meridionale (2,7) e in quella Insulare (2,5), mentre il Nord-est e il Centro si attestano su valori al di sotto della media del Paese. A livello regionale, le famiglie mediamente più numerose risiedono in Campania (2,8 componenti), quelle con il numero medio di componenti più basso in Liguria e Valle d’Aosta (2,1 componenti). Il trend è opposto per le famiglie numerose (con 5 o più componenti), che passano da 1.635.232 (7,5% di tutte le famiglie) nel 2001 a 1.408.944 nel 2011 (5,7%). Le quote più alte si registrano in Campania (11% del totale famiglie), Calabria (7,7%) e Sicilia (7,1%); la più bassa in Liguria (2,7%).
STRANIERI - Oltre la metà degli stranieri che vivono in Italia proviene dall’Unione europea, che totalizza il 27,5% della presenza straniera sul territorio nostrano, mentre uno straniero su 4 arriva dai paesi dell’Europa centro-orientale. Seguono il continente africano (21%), in particolare il Nord Africa (14,4%), mentre gli stranieri provenienti dai paesi asiatici costituiscono circa il 18% del totale. Gli americani, quasi esclusivamente centro-meridionali, registrano una presenza pari all’8,2%.
Gli aumenti più consistenti in valore assoluto, rispetto al censimento del 2001, si registrano tra i cittadini rumeni che passano da 74.885 a 823.100, seguiti da quelli albanesi, marocchini e cinesi , complessivamente circa 650mila in più. Gli incrementi percentuali più consistenti sono invece quelli che si registrano per le persone provenienti dalla Moldavia, che da poco più di 4 mila stranieri censiti nel 2001 passa agli oltre 130 mila del 2011, e dall’Ucraina, che da 8.647 residenti del 2001 raggiunge, nel corso del decennio, quasi 180 mila residenti.
Il 41,7% degli stranieri, 4 su dieci, inoltre, hanno un’età compresa tra 20 e 39 anni (42,7%). Gli under 19 costituiscono il 25,5% del totale, con una punta massima del 33,7% fra i residenti provenienti dall’africa settentrionale cosi’ come gli stranieri provenienti dall’Asia (28,6%). Al contrario, quelli di origine europea e latino-americana, che hanno una struttura per età pressoché analoga, sono più presenti nelle classi adulte. I cittadini italiani per acquisizione ammontano a 671 mila; rispetto al 2001 sono il 135% in più. I due terzi degli acquisiti sono donne, mentre quattro su dieci (42,4%) hanno un’età compresa tra 35 e 54 anni. Il 63,5% degli acquisiti ha ottenuto la cittadinanza italiana per motivi diversi dal matrimonio, con una composizione per genere pressoché bilanciata. Le donne costituiscono la quasi totalità (90%) di coloro che sono diventati italiani per matrimonio.
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