Il Job Act di Renzi convince l’Europa, si anche della Cisl. Apertura della Camusso e Landini
L’Europa promuove le proposte del Jobs Act del segretario del Pd Matteo Renzi, anche se non ancora definitive. Per il commissario Ue per il Lavoro, Laszlo Andor – in conferenza alla rappresentanza della Commissione UE in Italia -, rappresentano “un nuovo programma” e sembrano “andare nella direzione auspicata dall’Ue in questi anni. Aspettiamo i dettagli”. Ovvero, “rendere il mercato del lavoro più dinamico ed inclusivo, affrontando i temi delicati della disoccupazione giovanile e dell’occupazione delle donne” spiega Andor, che pone tra le questioni che incidono di più sulla situazione italiana “l’eccessiva segmentazione del mercato del lavoro” e “il gap generazionale tra le persone colpite dalla disoccupazione”.Consensi, dubbi e molta cautela. Dibattito aperto sul ’JobsAct’, il piano sul lavoro presentato ieri sera dal segretario del Pd Matteo Renzi nella sua e-News e che sarà discusso nella direzione del Pd il 16 gennaio. Si tratta di una ”bozza”, ha ribadito oggi Renzi, ”che sarà definita il 16 gen e poi diverrà doc tecnico. Gradite idee, critiche, commenti”, ha twittato il sindaco aggiungendo l’indirizzo mail.
“La proposta di Renzi sulla natura dei contratti e le tutele ad essi collegati non è nuova, ma va dettagliata meglio” e più che altro molte delle proposte contenute nel ‘JobsAct’ ”prevedono investimenti consistenti”, ha commentato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, intervenendo a ‘Prima di Tutto’ su RadioUno. ”Bisogna capire di cosa si sta parlando – ha detto il ministro Giovannini – Noi adesso abbiamo ogni trimestre circa 400 mila assunzioni a tempo indeterminato e circa 1 milione e 6 a tempo determinato. Allora riuscire a trasformare contratti precari in contratti di più lunga durata è un obiettivo assolutamente condivisibile, che però in un momento di grande incertezza come questo molte imprese siano disponibili ad andare in questa direzione è un fatto fa verificare. C’è poi da dire che molte delle proposte presentate da Renzi in questa lista prevedono investimenti consistenti”, spiega ancora dai microfoni di ‘Prima di tutto’ ricordando anche le proposte gia’ presentate in passato.
Proposte contrapposte, “una dei professori Boeri e Garibaldi, nella quale l’azienda può più facilmente interrompere un rapporto di lavoro al’inizio attraverso un indennizzo monetario, per poi invece con il passare degli anni lavorati tornare per il lavoratore a una situazione standard, quella protetta dall’articolo 18; e un’altra del professore Ichino in cui invece l’articolo 18 entra in campo solo dopo molti anni”, aggiunge. Il piano di Renzi per ora raccoglie il consenso della Cisl. “Siamo tendenzialmente favorevoli perché l’idea di dare forza ad un solo contratto eliminando tutti i contratti civetta, tipo le false partite iva che servono solo a pagare meno i giovani, ci convince”, dice il segretario Raffaele Bonanni dai microfoni di SkyTg24.
Un’apertura arriva anche dal Movimento Cinque Stelle. ”Noi siamo convinti che il reddito di cittadinanza continua a essere lo strumento migliore – ha detto la capogruppo uscente del Senato Paola Taverna – . Quello che dice Renzi in parte può essere condivisibile dal punto di vista teorico ma noi continuiamo ad aspettare dei fatti. Più cauto il Nuovo centrodestra che, con il presidente dei senatori Maurizio Sacconi, mette in guardia da alcune misure che ”potrebbero rivelarsi ostili alle imprese”. ”Primo -spiega Sacconi- un costoso sussidio universale se finanziato, come oggi è, da contributi sul lavoro. Secondo: l’eliminazione o l’irrigidimento ulteriore di tipologie contrattuali flessibili in cambio di un allungamento del periodo di prova nei contratti a tempo indeterminato, riempito peraltro da obblighi formativi. Terzo: una legge sulla rappresentanza e gli accordi sindacali a tutto vantaggio dei sindacati più radicali. Quarto: la presenza dei rappresentanti eletti dei lavoratori nei Consigli di amministrazione”.
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