Si complica il caso Maro’, non esclusa la pena di morte. Il ministro Interni indiano: “La decisione sara’ presa in due o tre giorni”
Nei prossimi giorni si deciderà se concedere alla Nia, la polizia investigativa indiana, l’autorizzazione a perseguire Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. “Sono stati discussi molti problemi e per quanto riguarda la questione dei marò italiani sarà presa una decisione in due o tre giorni”. Lo ha detto il ministro dell’Interno indiano Sushil Kumar Shinde, in merito alla riunione di giovedì con il ministro degli Esteri, Salman Khurshid, e quello della Giustizia, Kapil Sibal.
La Nia vuole ottenere l’autorizzazione a perseguire i due marò in base alSua Act (la Convenzione sulla repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima), che prevederebbe solo la pena di morte. Tuttavia, l’India aveva già garantito che ai due fucilieri di marina sarebbe stata risparmiata la pena di morte.
Secondo alcune ipotesi, una volta ritenuti colpevoli, la Nia potrebbe in realtà chiedere al tribunale di non condannare a morte Latorre e Girone. Secondo l”Hindustan Times’ però Girone e Latorre potrebbero dovere affrontare un processo in base ad accuse che prevedono la pena di morte. “E’ stato raggiunto un accordo per dare alla Nia (la polizia investigativa indiana) il via libera per presentare le accuse ai sensi della sezione 3″ del ‘Sua act’, ha riferito un alto funzionario del governo rimasto anonimo.
Dopo avere completato l’indagine sul caso, scrive ancora l”Hindustan Times’, la Nia ha invocato la sezione 3 della legge, in base alla quale un atto che provoca la morte di qualsiasi persona deve essere punito con la pena di morte. Ma, dal momento che il ministero degli Esteri indiano aveva garantito al governo di italiano che non avrebbe condannato i due marò alla pena di morte, la questione è rimasta in sospeso per piu’ di un mese. Adesso, la Nia potrebbe ricevere, in qualsiasi momento, l’autorizzazione a perseguire i due fucilieri di marina.
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