Legge elettorale, Renzi incontra Berlusconi. Bersaniani in agitazione, Letta sotto pressione
Berlusconi ”lo vedo sabato pomeriggio alle 4 nella sede Pd al Nazareno” per parlare di legge elettorale, ha annunciato Matteo Renzi a ‘Le Invasioni Barbariche’ su La7. Con Renzi ci sarà Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria e con Berlusconi ”ci sara’ Letta zio”, ha aggiunto. Intanto sale la tensione interna al Pd. “Se si chiude il patto tra Renzi e Berlusconi, la maggioranza finisce” avverte Alfredo D’Attorre, bersaniano, in merito alla trattativa. “Lo spagnolo in salsa italica – dice D’Attorre – è politicamente e costituzionalmente invotabile”. In un colpo solo “si resuscitano il Porcellum e Berlusconi”. Su questo la componente bersaniana è pronta a dare battaglia “a viso aperto”.
“Questa non sarà una battaglia fatta in maniera vigliacca – prosegue – anche perché di vigliaccate ce ne sono state pure troppe… Noi faremo una battaglia a viso aperto in commissione, nel gruppo e in aula. Nessuno si nasconde dietro il voto segreto”.
A stretto giro la replica di Ernesto Carbone, del Pd: “D’Attorre sostiene che cade la maggioranza se si fa l’accordo con Berlusconi. Alfredo scommettiamo che invece non sarà così? Capiamo che si preferisca la palude, ma un minimo di senso di realtà suggerirebbe di trovare altri argomenti per cercare di non cambiare la legge elettorale. Qui è in gioco la credibilità della politica e in questo momento le mezze minacce di D’Attorre servono a poco”.
A proposito delle fibrillazioni all’interno del Pd sulla legge elettorale a intervenire è lo stesso Matteo Renzi, su Twitter. Il Pd balla? “Dici? A me non sembra – scrive Renzi – Abbiamo votato ieri, votiamo lunedì. E soprattutto abbiamo votato l’8 dicembre. #lavoltabuona”. Sul piede di guerra Ncd, Scelta civica e Popolari per l’Italia, che ”in ordine alle consultazioni che il segretario del Pd ha avviato sulla riforma della legge elettorale con tutte le forze politiche e in particolare con quelle di opposizione, ritengono urgente un incontro di maggioranza per evitare che il sottile equilibrio su cui si regge il governo, anche per le tensioni interne al Pd stesso, provochi una crisi di governo al buio” si legge in una nota.
“Un passaggio così delicato come la riforma elettorale e la comune volontà di superare il bicameralismo paritario, che rallenta in maniera ormai inaccettabile l’efficacia dell’azione legislativa e di governo, richiedono un’ampia intesa tra le forze di maggioranza il cui rapporto non può essere ritenuto essenziale solo per le difficili, quotidiane, a volte impopolari attività di governo – si legge in una nota – Il doveroso confronto in Parlamento con tutte le forze politiche sulla riforma della legge elettorale e della Costituzione non può infatti far venir meno la necessità di un preliminare accordo delle forze di maggioranza che si sono costituite proprio per guidare il Paese in una fase difficile di transizione attraverso le riforme necessarie”.
Ncd, Sc e Ppi ribadiscono dunque “la loro disponibilità, in tempi rapidissimi, a condividere con il Pd e successivamente discutere con le opposizioni un pacchetto di riforme che prevedano: il superamento del bicameralismo paritario; una legge elettorale che garantisca rappresentanza delle culture politiche, governabilità e stabilità degli esecutivi, anche attraverso un modello di doppio turno; una significativa riduzione del numero dei parlamentari”.
Intanto vanno avanti le prove tecniche di accordo con Fi sulla legge elettorale. In queste ore la trattativa tra gli emissari renziani e quelli azzurri si è fatta più serrata. Si parla di nuovi contatti tra Denis Verdini e il politologo Roberto D’Alimonte. E dalle parti di Palazzo Grazioli si respira soddisfazione ”perché, comunque vada, sarà un successo: Berlusconi, ancora una volta, ha dimostrato a chi lo dava per finito di essere vivo e vegeto. E determinante”.
Social