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I M5S sulle barricate presentano la denuncia per l’impeachment di Napolitano: “Ha attentato alla Costituzione”. Reazioni dure: “Iniziativa demenziale”

I M5S sulle barricate presentano la denuncia per l’impeachment di Napolitano: “Ha attentato alla Costituzione”. Reazioni dure: “Iniziativa demenziale”

 ”Questa mattina il movimento 5 Stelle ha presentato denuncia per la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica italiana”. Lo ha annunciato in aula il capogruppo M5S al Senato, Vincenzo Maurizio Santangelo, chiedendo quindi una sospensione dell’Aula di due ore “per consentire al nostro gruppo di riunirsi” anche alla luce dei fatti di ieri alla Camera. “Abbiamo depositato l’atto della messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica questa mattina alle 9,30. Il primo passo è già stato compiuto perché il presidente Grasso ha già comunicato il nostro atto al presidente della Camera, Boldrini”.

Tra le accuse rivolte a Napolitano, il mancato rinvio alle Camere di leggi incostituzionali, abuso del potere di grazia, grave interferenza nei procedimenti giudiziari relativi alla trattativa Stato-mafia. Quanto basta, secondo i pentastellati, a giustificare la messa in stato d’accusa di Napolitano per “attentato alla Costituzione”.

Nel testo presentanto dal M5S, si accusa il presidente della Repubblica di aver espropriato il Parlamento della funzione legislativa e della decretazione d’urgenza. “La nostra Carta costituzionale – spiegano i parlamentari stellati – disegna una forma di governo parlamentare che si sostanzia in un saldo rapporto tra Camere rappresentative e Governo. La prevaricazione governativa assoluta, caratterizzata da decretazione d’urgenza, fiducie parlamentari e maxiememendamenti configura, piuttosto, un ordinamento altro e diverso che non conosce più il principio supremo della separazione dei poteri”.

Inoltre, si legge nel documento, “il predominio legislativo da parte del Governo, attraverso decreti legge, promulgati dal Presidente della Repubblica, viola palesemente sia gli articoli 70 e 77 della Costituzione, sia le norme di primaria rilevanza ordinamentale, sia numerose sentenze della Corte costituzionale (tra tutte: sentenza n. 29 del 1995, n. 22 del 2012 e n. 220 del 2013)”.

Secondo il M5S “la forma di governo parlamentare, alla luce dell’attività normativa del Governo, pienamente avallata dalla connessa promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, si è sostanzialmente trasformata in ‘presidenziale’ o ‘direttoriale’, in cui il ruolo costituzionale del Parlamento è annientato in nome dell’attività normativa derivante dal combinato Governo-Presidenza della Repubblica”.

Il conferenza stampa al Senato, è Luigi Di Maio a spiegare il piano del M5S. “Chiediamo che Napolitano seguendo la procedura della messa in stato di accusa, risponda alle violazioni fatte che hanno messo nell’angolo una parte e quindi una parte dei cittadini”.  “Se qualcuno – aggiunge Di Maio – vuole ancora dubitare del fatto che da arbitro Napolitano è diventato giocatore con fascia da capitano, ha gli occhi chiusi”.

In conferenza stampa, il capogruppo a Montecitorio Federico D’Incà ricorda la riunione al Quirinale del 24 ottobre 2013 con le forze di maggioranza e i rappresentanti del governo per le modifiche della legge elettorale.
“Il 24 ottobre 2013 Napolitano ha convocato alcune parti politiche, ma non tutte. Fuori sono rimasti non solo i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, ma non sono stati fatti partecipare quasi nove milioni di elettori”. “Non credo sia una coincidenza – rileva Di Maio – che da quando il Movimento 5 Stelle è in Parlamento, i vertici di maggioranza si facciano al Quirinale, per escludere l’opposizione. Il M5S utilizza tutte le regole democratiche costituzionalmente garantite per difendere i cittadini”.

Intanto, alla Camera i giornalisti chiedono a Roberto Fico se la richiesta di impeachment per Napolitano sarà compresa dagli italiani, presso i quali il presidente della Repubblica resta molto amato. “Come movimento politico ragioniamo in un altro modo, non pensiamo in sè ai consensi ma a quello che è giusto fare per le nostre coscienze e nel paese – risponde il deputato M5S – credo che quando le cose sono giuste e il percorso è giusto, e cerchiamo di valorizzare quello in cui crediamo, verrà fuori e gli italiani capiranno ogni giorno di più come stanno le cose”.

Le reazioni. Duro il commento di Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Giustizia. “L’escalation eversiva e squadrista dei 5 stelle non conosce limiti. Bloccano il Parlamento, occupano le commissioni e ora vogliono colpire la figura garante della democrazia italiana che in questi anni, e ancora oggi, ha rappresentato e rappresenta il punto di riferimento centrale per la tenuta del nostro paese. È Evidente che si tratta di una iniziativa ridicola e inconsistente ma non per questo meno grave. Credo che tutta la politica e le istituzioni debbano dare una risposta adeguata a tutela della civiltà del confronto e della nostra vita democratica”.

Rincara la dose il capogruppo alla Camera Speranza, secondo il quale “la richiesta di M5S di mettere sotto
accusa il Capo dello Stato rappresenta un atto scellerato volto solo a far saltare le fondamenta del nostro sistema democratico”. Il presidente Napolitano – aggiunge – è il cardine principale della tenuta della nostra democrazia, fedele custode e interprete dei principi sanciti dalla Carta costituzionale. Il comportamento violento messo in atto nelle ultime ore dai parlamentari di Grillo rappresenta il più triste esempio di sovvertimento di quelle regole che sono alla base delle nostre istituzioni. Il partito democratico si adopererà in ogni modo per difendere lo Stato di diritto”.

Fabrizio Cicchitto del Nuovo Centrodestra bolla l’iniziativa del M5S come “semplicemente demenziale, anche se qualche noto editorialista si é divertito oggi a civettare con essa”. Ancora da Ncd, l’ex presidente del Senato Renato Schifani: “Al di là delle argomentazioni assai fantasiose, questa iniziativa evidenzia la natura puramente contestatrice di una forza politica che non vuole condividere un percorso parlamentare di riforme, iniziato con la legge elettorale, che apre all’Italia uno scenario di modernizzazione delle istituzioni in un contesto bipolare”.

Il ministro della Difesa Mario Mauro si dice “sdegnato come cittadino, determinato come parlamentare, a fronte dei gravissimi e indecorosi attacchi e aggressioni alla figura del capo dello Stato. A cui, come ministro della Difesa, voglio far sentire la vicinanza e l’affetto delle Forze Armate”. “Il gioco della lotta politica – prosegue Mauro – che non riesce a comprendere quanto le istituzioni siano di garanzia per la nostra democrazia, è un gioco che mette a repentaglio il senso stesso della politica”.

Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato: “Mi rifiuto di commentare la messa in stato d’accusa del M5S nei confronti del Presidente della Repubblica: non è una cosa seria. Evidentemente pensano di recuperare un po’ di spazio nei giornali e sulle tv, ma con queste iniziative contribuiscono a dimostrare ciò che sono: dei picconatori irresponsabili che giocano solo allo sfascio”.