Legge elettorale, siglato l’accordo con Berlusconi Renzi fissa una nuova tappa: entro il 15 Febbraio per abolire il Senato
All’indomani dell’accordo stretto con Silvio Berlusconi sul testo definitivo della legge elettrale, Matteo Renzi difende la sua “creatura”. “Il tema dell’incostituzionalità non riguarda le preferenze. Con il Porcellum c’erano trenta nomi e votando il simbolo si votava il pacchetto intero. Stavolta i collegi sono molto più piccoli e il nome di tutti i candidati compare sulla scheda”, rivendica il segretario democratico alla “Telefonata” di Maurizio Belpietro su Canale 5. “Chi ne parla vuole il ritorno alla Terza Repubblica con un proporzionale puro”, ha aggiunto Renzi.
Quanto alla capacità di tenuta dell’intesa nel corso del difficile percorso parlamentare, come riporta Repubblica.it, il leader democratico ostenta ottimismo: “Sono anni che i politici parlano e non scrivono, non riescono a realizzare le cose. A poco più di un mese dalle primarie si è fatto un accordo vero sulle riforme e adesso queste riforme sono alla prova dell’aula ma io non sono preoccupato”. Il primo ostacolo è stato sventato stamani, con l’approvazione da parte della Commissione Affari Costituzionali, tra gli schiamazzi e le proteste del M5S, del testo base presentato dal relatore nei giorni scorsi. La riforma sarà in Aula oggi alle 13.00.
“E’ normale – aggiunge – che i piccoli partiti non apprezzino la nuova legge elettorale, ma agli italiani interessa che le cose si facciano, non se i partiti, piccoli ma anche grandi, hanno una poltrona in più o in meno”. “Non si può tornare – avverte ancora Renzi – a quando, come nel 2006, il premier annunciava una cosa ed il giorno dopo i partitini della coalizione la smentivano”.
Intanto il segretario del Pd incassa un primo importante riconoscimento dal suo grande avversario interno, l’ex presidente del partito Gianni Cuperlo. “Rispetto al testo base – dice Cuperlo in un’intervista all’Unità - è un passo nella direzione giusta. Merito della trattativa condotta da Renzi e anche della richiesta di alcuni miglioramenti di sostanza che avevamo motivato già alla Direzione. Votare una nuova legge è vitale per la credibilità della politica, farla bene è una necessità per la democrazia italiana. Adesso restano dei punti aperti e dobbiamo lavorare assieme per correggerli. Il Parlamento serve a questo”. Tra i punti non risolti citati dall’ex presidente, “quello che riguarda la possibilità per le liste che non superano la soglia del 4,5% di concorrere comunque al premio di maggioranza ma senza eleggere un solo deputato. Si può rivedere quella soglia abbassandola, oppure prevedere una norma di tutela per la prima forza che risulti sotto la soglia, o ancora si devono escludere quei voti dal conteggio complessivo che fa scattare il premio”, dice Cuperlo.
Nuovi attacchi alla riforma, malgrado la clausola che la mette al riparo dal una clamorosa esclusione dal Parlamento, arrivano invece dalla Lega. Nel testo, dice il segretario del Carroccio Matteo Salvini, non “c’è alcuna norma salva-Lega: a salvarci ci pensano i cittadini che ci votano”. “Non abbiamo bisogno di aiuti e aiutini, ci aiutiamo da soli. E’ una legge elettorale raffazzonata e dal mio punto di vista pessima”.
Renzi nel corso della trasmissione ha poi annunciato che “con Forza Italia abbiamo fissato una data: entro il 15 febbraio ci sarà un testo condiviso per superare il Senato e rivedere i poteri delle Regioni”. “Abbiamo dimostrato nell’accordo fatto con Forza Italia – prosegue il segretario del Pd – che sulle regole siamo persone serie e andiamo avanti insieme proprio perché non vogliamo governare insieme”.
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