Famiglie in caduta: una su due vive con meno di 1.400 euro al mese. Campania e Sicilia con il reddito medio annuo piu’ basso.
”Nel 2011 circa il 58 per cento delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore all’importo medio annuo (29.956 euro, circa 2.496 euro al mese). La più alta diseguaglianza nella distribuzione del reddito è in Campania mentre in Sicilia si registra il reddito medio annuo più basso (oltre il 28 per cento in meno del valore medio italiano); sempre in quest’ultima regione, in base al reddito mediano, il 50 per cento delle famiglie si colloca al di sotto di 17.804 euro annui (circa 1.484 euro al mese)”. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Istat ‘Noi Italia – 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo’.
”Nel 2012 il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, una quota in aumento rispetto all’anno precedente. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio del Mezzogiorno, dove l’indicatore raggiunge il 41,0 per cento”, continua l’Istat.
CONTI PUBBLICI – ”Nel 2012 – si rileva – in Europa si registra un generalizzato miglioramento dei saldi e delle dinamiche dei conti pubblici, per effetto delle misure di contenimento della spesa pubblica adottate dai vari governi. L’Italia si colloca al primo posto, insieme alla Germania, tra i Paesi dell’Uem per saldo primario (indebitamento netto esclusi gli interessi passivi), al sesto posto relativamente all’incidenza dell’indebitamento netto”.
”L’Italia si conferma tra i Paesi dell’Ue con un elevato rapporto debito/Pil. Nel 2012 questo rapporto si attesta al 127 per cento, valore inferiore solamente a quello della Grecia. L’aumento rispetto al 2011 è di oltre 6 punti percentuali, più del doppio di quanto sperimentato in media dai Paesi europei – prosegue l’Istat – La pressione fiscale sale al 44,1 per cento, 3,6 punti percentuali in più rispetto a quella media Ue 27. Il dato italiano è risultato complessivamente in linea con la media degli altri Paesi europei fino al 2005, per poi distanziarsi segnando valori più elevati”.
LAVORO – Nel 2012 risultavano occupate in Italia sei persone su 10 in età 20-64 anni, con un forte squilibrio di genere a sfavore delle donne e un marcato divario territoriale tra il Centro-Nord e Mezzogiorno (20,5 punti percentuali). Secondo il rapporto Istat, nel 2012 il tasso di occupazione nella fascia di età 55-64 anni è pari al 40,4 per cento, in aumento di circa 2,5 punti percentuali rispetto al 2011 ma inferiore alla media Ue27 (48,9 per cento). Nel 2012 il tasso di inattività è al 36,3 per cento. Pur segnando una riduzione significativa rispetto al 2011 si conferma tra i più elevati d’Europa.
ENERGIA – ”In Italia – rileva l’Istat – il consumo pro capite di energia elettrica risulta inferiore alla media europea e a quello degli altri Paesi di grandi dimensioni. Nel 2012 i consumi elettrici sono pari a 5.082,9 kWh per abitante. Rispetto al 2011, il consumo complessivo aumenta nel settore dell’agricoltura e in quello terziario, mentre si riduce nell’industria e nel settore domestico”.
INFRASTRUTTURE – ”Nel 2011 – indica l’Istat . la rete autostradale italiana si estende per 6.670 km; rappresenta poco più del 9 per cento di quella europea. Con un valore di 1,8 km per diecimila autovetture l’Italia è tra i Paesi dell’Unione europea a più bassa densità autostradale in rapporto alla domanda di circolazione”. ”Il tasso di motorizzazione è pari a 621 autovetture ogni mille abitanti, in lieve diminuzione rispetto al 2011. Nel confronto europeo l’Italia risulta di gran lunga uno dei Paesi più motorizzati”.
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