Napoli, processo compravendita senatori: Berlusconi contumace. De Gregorio: ho avuto 3 milioni dal Cavaliere. Di Pietro con la toga
“Mi auguro che Valter Lavitola voglia raccontare in aula cos’è stata l’”Operazione Libertà”. E spero vivamente che anche Silvio Berlusconi possa intervenire in questo processo per regalare al Paese una pagina di limpidezza e di verità “. Sergio De Gregorio, l’ex senatore dell’Idv che ha raccontato di essere stato “comprato” per tre milioni tra il 2007 e il 2008, e ha patteggiato la pena a 20 mesi, è la gola profonda del processo che si apre oggi a Napoli sulla compravendita di parlamentari, come racconta un dettagliato servizio di Repubblica.it. Sul banco degli imputati, il Cavaliere e Valter Lavitola. L’accusa: corruzione.L’ex senatore Antonio Di Pietro assisterà in qualità di avvocato di parte civile l’Italia dei Valori, che si è costituita parte civile al processo. Di Pietro è in aula e ha indossato la toga. “E’ la prima volta che mi trovo dall’altra parte”, ha commentato l’ex pm di “Mani pulite”. Nel corso dell’udienza, l’avvocato Bruno La Rosa ha avanzato richiesta della costituzione di Forza Italia come responsabile civile. Nell’aula 110 del tribunale di Napoli sono presenti i pm Henry John Woodckock e Francesco Vanorio. Di Pietro ha sottolineato: “Rimetto la toga dopo Mani pulite, sto per la prima volta dall’altra parte come difensore di parte civile. Ed è anche il primo processo con il Senato parte civile. Mi piacciono le prime, è come i tempi di Tangentopoli”.
L’avvocato Michele Cerabona spiega al collegio A della quarta sezione che le notifiche non hanno “avuto buon fine in quanto notificate a mano a un portiere nella sua residenza anagrafica. Ma non è arrivata la raccomandata con ricevuta di ritorno. Altra notifica è arrivata ad Arcore a una signora di nome Marinella Brambilla, addetta alla ricezione, che non sappiamo chi sia”. L’avvocato Niccolò Ghedini sottolinea invece che la notifica sarebbe dovuta arrivare presso gli studi degli avvocati. Di Pietro riprende la parola e suscita risate nel pubblico, affermando: “Dire che la notifica a Marinella Brambilla non è valida, è come dire che siamo a Napoli ma non siamo a Napoli. E poi lo sanno pure le pietre che Berlusconi ha una dimora ad Arcore”.
“Infondate le eccezioni” proposte dalla difesa di Silvio Berlusconi, sulle presunte mancate notifiche del decreto che disponeva il rinvio a giudizio del leader di Forza Italia. È la prima decisione formale del processo sulla compravendita di parlamentari, che vede imputati il Cavaliere e Valter Lavitola, entrambi assenti in aula, con l’accusa di corruzione .
Il collegio della quarta sezione penale, dopo quarantacinque minuti di camera di consiglio, torna in aula e respinge la richiesta avanzata dagli avvocati Cerabona e Ghedini.
La notifica contestata dai legali, legge infatti la presidente Loredana Acierno, “è stata ricevuta dalla signora Marinella Brambilla (storica segretaria personale di Berlusconi, ndr) persona dichiaratasi addetta proprio al ricevimento degli atti”. Lo stesso collegio dichiara la contumacia di Berlusconi, assente senza giustificazione. La presidente Acierno, come atteso, si è poi formalmente spogliata del processo (è la moglie dell’ex procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, coinvolto in un procedimento del Csm per le indagini su Giampaolo Tarantini) e quindi il processo si è chiuso con un rinvio a domani dinanzi ad un’altra sezione.
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