Governo Renzi, il giorno della fiducia. “Sarà attacco alla Burocrazia”. Civati: “Voteremo si”
Il governo Renzi alla prova del voto di fiducia
L’iter comincia lunedì al Senato. Subito dopo aver letto il discorso programmatico, il presidente del Consiglio andrà a Montecitorio per depositare il proprio intervento. Poi martedì mattina il dibattito e il voto di fiducia alla Camera.
Pippo Civati voterà la fiducia al governo per non dover uscire dal partito. “Potessi farlo liberamente, senza mettere in discussione in rapporti con il Pd, voterei no, ma proprio no”, ha spiegato. “Ma è chiaro – ha aggiunto – che se io non dovessi votare un governo che ha una legittimazione interna al Pd dovrei uscire dal partito”.
Sul tema giustizia
Renzi garantisce che sul tavolo c’è «il lavoro preparato da Nicola Gratteri e dal suo team, uno dei dossier più interessanti». Capitolo spending review: a chi gli ricorda il lavoro di Cottarelli per trovare risorse per giovani e impresa dice che il «dossier è sul tavolo. Aspettiamo il giuramento del ministro Padoan e ci lavoriamo». Altra questione è lo stop ai decreti omnibus e la garanzia a di rapide decisioni. «Non so se è il primo punto del programma di governo – replica il premier – ma certo sì».
Sulle tasse
«Nella mia esperienza di amministratore le tasse le ho sempre ridotte. Niente promesse, ma ci proveremo». Sull’agenda digitale, ripete che gli italiani resteranno «sorpresi». E poi attacca: «Quella della burocrazia è la madre di tutte le battaglie. Significa cambiare mentalità, tutti». Botta e risposta concluso con un nuovo tweet del neo-premier: «Mi fermo qui. Altrimenti passo la domenica su Twitter – ha concluso poi Renzi – Ma in settimana, dopo la fiducia, riprendiamo il #matteorisponde», l’appuntamento inaugurato durante le primarie per la segreteria del Pd.
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