Schettino torna sulla Concordia a due anni dal naufragio. Insulti con isolani e giornalisti. “Quale abbandono non avete capito un c….”
A due anni dal naufragio che costò la vita a 32 persone, l’ex comandante Francesco Schettino oggi è tornato a bordo della Costa Concordia.
Il sopralluogo di oggi, dopo quello del 23 gennaio scorso alla plancia di comando della nave, riguarda il generatore di emergenza. I periti intendono accertare se la sera del naufragio il generatore funzionò regolarmente o meno.
Schettino è arrivato sull’isola con un traghetto martedì sera, accompagnato dal suo avvocato Domenico Pepe, alloggiando in una casa presa in affitto. Questa mattina poco prima delle 8 è uscito per raggiungere il porto, prendendo poi parte alle operazioni preliminari prima del sopralluogo, per poter accedere in sicurezza al relitto della nave. I legali di Schettino avevano fatto domanda di poter partecipare al sopralluogo odierno durante l’udienza di lunedì scorso in Tribunale e i giudici hanno dato subito il loro consenso.
Al termine del sopralluogo, attimi di tensione si sono registrati tra l’ex comandante e i giornalisti. Schettino ha risposto irritato a chi gli chiedeva se, dopo la tragedia, rifarebbe ‘l’inchino’, facendo notare che nel corso del processo sono state diffuse le immagini della telecamera. “C’è – ha aggiunto – la telecamera nel processo che trasmette 24 ore al giorno, ascoltate quello che si dice nel processo? Sapete fare un distinguo tra un inchino e un passaggio ravvicinato?”. E a una domanda sull’abbandono della nave ha replicato stizzito: “Se parla ancora di abbandono della nave non ha capito un ca…”.
“Io non posso dare nessuna spiegazione tecnica sul sopralluogo, per questo esiste un collegio peritale”, ha poi affermato l’ex comandante aggiungendo: “Io mi sono sottoposto a un processo per fare in modo che vengano accertate le responsabilità”.
“Mi auguro che la nave vada via al più presto e che ci sia finalmente una ripresa turistica del Giglio, lo auguro con tutto il cuore a questo posto”, ha detto ancora Schettino al termine del sopralluogo. “E’ in corso un processo – ha spiegato – la nave è custode di tutti i segreti, un processo con le modalità con cui si sta svolgendo ci farà capire bene e ci toglierà tutti i quesiti”. “C’è chi ha patteggiato”, ha detto, “io ho chiesto un processo. Bisogna capire cosa è successo in modo corretto e onesto”. A una domanda sulle sue colpe, Schettino ha risposto: “Quando il processo, la Cassazione, mi darà le mie colpe io le dirò una a una, al momento no”.
Per protesta “nei confronti dell’andamento del processo e dell’efficacia delle operazioni peritali” il legale del Codacons non è salito oggi a bordo della Concordia per il sopralluogo riguardante il generatore di emergenza e agli ascensori. ”Un processo – dichiara il presidente del Codacons Carlo Rienzi – che dopo la violazione dei sigilli non ha più senso: una delle parti responsabili ha fatto e disfatto sul materiale probatorio come a casa propria”. “La giustizia – prosegue – ha fallito e accettare di fare una perizia su cose già ‘periziate’ privatamente da uno dei responsabili pure condannato con pena patteggiata, significherebbe rendersi corresponsabili di giustizia negata. Basti ricordare che secondo alcune ipotesi tecniche se il generatore di emergenza (periziato privatamente da Costa) avesse funzionato, ben quattro naufraghi non avrebbero forse fatto la fine dei topi nell’ascensore”.
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