Draghi: In eurozona non c’è deflazione, ma si rischia per la bassa inflazione
“Dal momento che la media dell’inflazione nell’eurozona a gennaio era allo 0,8%, chiaramente non siamo in deflazione”: tuttavia un “livello basso per un periodo di tempo prolungato é un rischio in sé, perché offre solo un ridotto margine di sicurezza rispetto allo zero”. Sono le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso del suo intervento a una conferenza, organizzata dalla Bundesbank, in cui ha spiegato come l’attuale basso livello di inflazione da una parte sia dovuto “alla pressione al ribasso dei prezzi dell’energia”, dall’altra “riflette gli sforzi di riequilibrio interni” attuati da alcuni Paesi. “Le prospettive di bassa inflazione – ha aggiunto – sono legate anche a una persistente debolezza della domanda”, sebbene “non abbiamo prove di un rinvio dei piani di spesa dei consumatori”, fenomeno che è presente in una fase di deflazione. Draghi ha comunque ribadito l’attenzione della Bce che é “pronta a intervenire” nel caso di “qualsiasi segnale di ulteriori rischi al ribasso per la stabilità dei prezzi”.
“Nell’Eurozona si registra un graduale rafforzamento della ripresa economica, sebbene con un andamento lento e diseguale”. “Nell’Eurozona vediamo i segni” della scelta fatta negli ultimi anni “di riforme ambiziose, destinate a rimuovere i principali ostacoli sulla via della stabilità economica e della crescita”. Tuttavia, ha concluso Draghi, per l’area della moneta unica “restano sfide e servono continui sforzi per le riforme per far sì che la ripresa si dimostri sostenibile”.
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