Escalation militare, i soldati di Putin minano gli accessi alla Crimea. Russi sparano contro gli osservatori Ocse
Forze prorusse avrebbero iniziato a minare gli accessi alla penisola della Crimea. Lo scrive il quotidiano russo ‘Novaya Gazeta’, secondo il quale cariche esplosive sono state interrate in un terreno aperto vicino a Thsongar. Presso questa città passa una delle due arterie che collegano la Crimea alla terraferma ucraina. Proprio venerdì a Thsongar è stato negato l’accesso agli osservatori dell’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa (Osce). Il secondo collegamento fra Crimea e terraferma ucraina passa per la località di Armyansk. E’ qui che forze filorusse hanno sparato colpi d’avvertimento contro gli osservatori dell’Osce, costringendoli a tornare indietro. La portavoce dell’organizzazione con sede a Vienna, Cathie Burton, ha riferito che la cinquantina di ufficiali di 28 Paesi inviati in Ucraina sta tornando alla base di Kherson, dopo l’intimidazione di cui è stata fatta oggetto. Nessuno è rimasto ferito, ha assicurato Burton.
Questo episodio, ha ricordato l’Osce, senza precisare chi fossero i responsabili dei colpi, è il terzo tentativo in tre giorni di impedire l’ingresso degli ufficiali per controllare l’attività militare russa in Crimea. Giovedì era stato negato l’ingresso nella penisola ad Armyansk da una milizia filorussa e venerdì in diversi checkpoint dislocati in Crimea.
Intanto il vice ministro degli Esteri russo, Grigory Karasin, e l’ambasciatore ucraino in Russia, Vladimir Yeltchenko, hanno avuto un incontro a Mosca, il primo da quando truppe russe sono entrate in Crimea. “Hanno discusso delle relazioni russo-ucraine in una franca atmosfera” si legge in un comunicato, diffuso dal ministero russo degli Esteri Nel frattempo Mosca sta valutando la sospensione delle ispezioni americane agli arsenali nuclearisecondo quanto previsto dai trattati di disarmo strategico Start.
Fonti del ministero della Difesa russo citate dall’agenzia di stampa ‘Interfax’ anticipano che le ispezioni richiedono un livello di fiducia che è stato messo in crisi dai ”gesti non amichevoli” e ”dalle minacce prive di fondamento” provenienti dalla Nato e dagli Stati Uniti. E’ stata anche una giornata di colloqui a distanza tra i big del mondo sulla crisi ucraina. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha parlato al telefono con il segretario di Stato americano John Kerry, avvertendo cheogni sanzione imposta dagli Stati Uniti alla Russia per la crisi in Ucraina potrebbe essere ”un boomerang” per Washington.
Oltre al colloquio con Matteo Renzi, contatto anche tra Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Una nota della Casa Bianca rende infatti noto che gli Usa apprezzano “le conclusioni del Consiglio europeo del 6 marzo e la posizione comune raggiunta da Stati Uniti e Unione europea in merito all’Ucraina”. “I leader – prosegue la nota – concordano sulla necessità che la Russia ritiri le sue forze, permetta il dispiegamento degli osservatori internazionali in Crimea e sostenga delle elezioni presidenziali libere e imparziali a maggio”.
Dopo aver ribadito la “grave preoccupazione” per l’evidente violazione russa delle leggi internazionali, Merkel e Obama hanno affrontato il nodo della crisi e “discusso la necessità per Mosca di acconsentire velocemente alla formazione di un gruppo di contatto che aprirà la strada al dialogo diretto tra Ucraina e Russia con l’obiettivo di diminuire le tensioni e ripristinare l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Il cancelliere tedesco Angela Merkel sarebbe decisa a non partecipare al G8 di Sochi in giugno se verrà celebrato il referendum in Crimea, annunciato per il 16 marzo. Lo scrive il sito web del magazine Der Spiegel. La Merkel ha già dichiarato questo giovedì che la consultazione “è incompatibile con la costituzione ucraina”.
Conversazione telefonica tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente americano Barack Obama. Al centro del colloquio, durato dieci minuti, le tensioni internazionali legate alla questione dell’Ucraina. Il premier Renzi ha ribadito al presidente Obama la forte partnership con gli Stati Uniti per la risoluzione positiva della crisi insieme agli altri partner europei, secondo quanto concordato e ribadito dal vertice straordinario di Bruxelles di giovedì scorso.
Anche Obama e Hollande hanno concordato ”di perseguire il loro sostegno alle nuove autorità ucraine, ivi compresa la preparazione, sotto il controllo internazionale e nella più grande trasparenza, delle elezioni presidenziali del 25 maggio” e ”sottolineato l’importanza del perseguimento del coordinamento in corso fra le posizioni dell’Ue e degli Usa”.
Intanto l’Unione europea ha deciso di firmare ”immediatamente” i capitoli politici dell’Accordo di associazione con l’Ucraina e quindi ”di sancire la sua associazione a Kiev”, ha annunciato il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso nel suo intervento a una conferenza di regioni e città europee ad Atene precisando che l’Unione europea ha ”un debito, un dovere di solidarietà nei confronti dell’Ucraina, lavoreremo con loro nel modo piu’ stretto possibile”. ”Più di cento persone sono già morte in Ucraina per i valori europei, per seguire i valori europei”.
Oltre alle telefonate separate che ha avuto con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il presidente francese Francois Hollande e il premier britannico David Cameron, Obama ha avuto una conference call con i leader di Lettonia, Estonia e Lituania. A questi ultimi tre Paesi, oggi membri dell’Ue ma un tempo parte dell’Urss, Obama ha ribadito il “fermo impegno” della Nato e gli Usa per la loro sicurezza. Il presidente americano ha sostenuto che la Russia debba far ritornare le sue forze militari nelle proprie basi e permettere l’accesso degli osservatori internazionali in Crimea.
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