La rivoluzione del premier parte da un twitt: mezzo milioni di messaggi in due mesi. Grillo si ferma a 184 mila
Con il suo linguaggio ‘irrituale’ ma decisionista, Matteo Renzi ha saputo conquistare Twitter e i suoi quasi sei milioni di utenti. ‘#laSvoltabuona’, l’hashtag lanciato martedì sera dal premier, resta saldamente in testa alle tendenze in Italia, con quasi 6mila ‘tweet’ realizzati a metà giornata. Un picco di attenzione destinato a crescere in concomitanza del Cdm e soprattutto della successiva conferenza stampa.
Come numero di follower, Beppe Grillo resta il ‘re dei 140 caratteri’ ma il premier lo tallona con quasi un milione di ‘seguaci’ e soprattutto nell’ultimo mese mette a segno un vero e proprio exploit. “Dal 1° febbraio a oggi – spiega Vincenzo Cosenza, social media strategist di Blogmeter Italia – Renzi ha conquistato 183mila nuovi follower, contro gli ‘appena’ 48mila di Grillo”. L’arma vincente del premier sta soprattutto nella capacità di saper coinvolgere gli utenti. “Da febbraio a oggi, infatti, il presidente del Consiglio ha generato su Twitter 515mila interazioni (fra risposte, retweet e ‘preferiti’) mentre il leader 5 Stelle si è fermato a 184mila” sottolinea Cosenza. Certo, nel frattempo l’ex sindaco di Firenze è diventato premier, ma questo non assicura affatto l’ottima performance social. “Enrico Letta quando sedeva a Palazzo Chigi non faceva questi numeri e anche Monti era molto ‘ingessato’. C’è quindi una grande capacità di Renzi nell’utilizzare il social network” sottolinea l’esperto di Blogmeter. Basti pensare a quando, durante il colloquio al Quirinale, l’allora premier incaricato twitta “Arrivo, arrivo”: un tweet che è ancora oggi il secondo più ‘virale’ sul profilo del premier.
I giudizi degli esperti sulla ‘tecno-abilità’ di Renzi sono unanimi. “Il premier fa un uso molto moderno e intelligente di Twitter” afferma Amedeo Guffanti, amministratore delegato di ‘77Agency’. Rispetto ai precedenti leader, Renzi ha capito che il ‘popolo della Rete’ oggi non è più uno strano e indefinito gruppo di persone bensì “i 30 milioni di italiani che usano il web e i social network” spiega Guffanti.
La politica si è ormai accorta dell’importanza di Internet; basti pensare al premier inglese David Cameron, finito nell’occhio del ciclone per i presunti ‘like’ comprati. “Ma anche Obama ha fatto lo stesso” dice l’esperto social di ‘77Agency’. E fa notare: “Anche i social network beneficiano di questo uso da parte dei politici, diventano anche fonte di ‘business’. E in questo non c’è niente di male”.
Ora però gli italiani, politici in testa, devono capire le differenze che ci sono fra i principali social network. Beppe Grillo, per esempio, sembra aver capito meglio come funziona Facebook: il leader 5 Stelle, con oltre un milione e mezzo di ‘fan’, gode di un predominio difficilmente attaccabile anche dallo stesso Renzi, fermo a poco più di 600 mila ‘amici’. Ma soprattutto, spiega ancora Vincenzo Cosenza, di Blogmeter, Grillo da febbraio a oggi ha raccolto 11 milioni di interazioni su Facebook, contro le quasi 450mila di Renzi. Di fondo ci sono certamente le diverse peculiarità dei social network. Facebook è indiscutibilmente più popolare e diffuso mentre “gli utenti di Twitter sono più ‘impegnati’, di fascia medio-alta” spiega Amedeo Guffanti.
L’amministratore delegato di 77Agency punta il dito però contro un grande fraintendimento che c’è sui social network. “Tutti immaginano Twitter legato al mobile e al proprio telefonino mentre vedono Facebook come un fenomeno del web. Ma in realtà non è affatto così. Ci sono infatti 14 milioni di italiani che usano Fb sul cellulare mentre gli utenti di Twitter non sono più di 6 milioni. Ecco quindi che il social network di Zuckerberg è in realtà molto più ‘mobile’” fa notare Guffanti.
Renzi comunque sembra mettere d’accordo tutti gli esperti di web e social network. “Il suo grande merito sta nell’aver fatto finalmente capire a tutti gli italiani (e quindi anche alle aziende italiane) che Internet è fondamentale, che il web può fare il Pil dell’Italia e contribuire a rimettere in moto il Paese” conclude l’amministratore delegato di 77Agency.
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