Referendum, la Crimea sceglie Mosca ma Usa e Ue minacciano sanzioni: “Un voto illegale”
In Crimea è il giorno del referendum sull’annessione della penisola ucraina alla Russia. In serata il primo exit poll dava i voti favorevoli al 93% e qualche ora dopo da metà seggi scrutinati erano al 95,5%. Pochi minuti dopo la diffusione del risultato, la Casa Bianca ha respinto il risultato del referendum sull’adesione alla Russia, che sancisce la secessione dall’Ucraina di Kiev. Washington ha detto che ora Mosca affronterà “costi crescenti” per l’intervento militare e la violazione del diritto internazionale. Nel corso di una telefonata Vladimir Putin ha detto a Barack Obama, che il referendum rispetta perfettamente il diritto internazionale, ma i due leader hanno ribadito che c’è la necessità di trovare insieme una soluzione per stabilizzare la situazione in Ucraina. “Gli Stati Uniti e la comunità internazionale non riconosceranno mai il referendum sulla Crimea e sono pronti con gli alleati europei a imporre ulteriori sanzioni alla Russia per le sue azioni”, ha detto il presidente Usa, aggiungendo che “nessuna risoluzione diplomatica può essere raggiunta mentre le forze militari russe continueranno le loro incursioni nel territorio ucraino”. Obama ha chiesto anche al presidente russo di accettare “l’immediato dispiegamento di osservatori internazionali al fine di prevenire atti di violenza da qualunque gruppo”.
EUROPA E USA CONTRO IL REFERENDUM – L’Unione Europea però ha già avvertito che non riconoscerà l’esito del referendum. A ribadirlo sono stati il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e quello della Commissione Jose Manuel Barroso. “L’Unione Europea ha una particolare responsabilità nei confronti della pace, della stabilità e della prosperità sul continente europeo e continuerà a perseguire questi obiettivi ricorrendo a tutti i canali disponibili”. Nel quadro delle azioni messe in atto per portare la Russia a ritirare le proprie forze dalla Crimea, i ministri degli Esteri domani “valuteranno la situazione…e decideranno di misure aggiuntive”. “La soluzione alla crisi in Ucraina dovrà basarsi sull’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”, hanno aggiunto. “Solo lavorando assieme attraverso processi diplomatici – hanno quindi aggiunto – tra cui discussioni dirette tra governi di Ucraina e Russia, potremo trovare una soluzione alla crisi”.
PUTIN: “VOTO E’ LEGALE”. Da Mosca però il presidente russo Vladimir Putin ha insistito oggi con Angela Merkel sul fatto che il referendum in Crimea rispetta il diritto internazionale. “La consultazione è in linea con le norme delle Nazioni Unite sul diritto di autodeterminazione dei popoli”, ha dichiarato Putin parlando al telefono con la cancelliera tedesca. “Mosca rispetterà la decisione della popolazione della Crimea”. Putin, che oggi ha presieduto una riunione del Consiglio di Sicurezza russo sulla situazione in Ucraina e Crimea, ha criticato le autorità di Kiev per aver permesso che si formassero “raggruppamenti di elementi radicali” nell’est dell’Ucraina. “Questo è inquietante”, ha detto. Merkel da parte sua ha criticato il dispiegamento di militari russi nella regione ucraina di Kherson. “La cancelliera tedesca ha proposto di rafforzare in tempi rapidi la presenza dell’Osce in Ucraina ed inviare un numero più alto di osservatori nelle zone di conflitto, in particolare nell’est dell’Ucraina”, ha reso noto il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert. Un’iniziativa giudicata positiva da Putin. Merkel ha insistito sulla creazione del gruppo di contatto tra governo russo e ucraino per arrivare ad una soluzione del conflitto.
TELEFONATA KERRY-LAVROV- Della crisi in Crimea hanno parlato oggi anche John Kerry e Sergei Lavrov, concordando di proseguire i loro contatti “volti a cercare la strada per risolvere la crisi in Ucraina in modo da avviare una riforma costituzionale nel paese nel rispetto di tutte le regioni dell’Ucraina”. Nel corso della telefonata il ministro degli Esteri russo ha ribadito nella sostanza la posizione di Mosca sulla consultazione organizzata nella penisola ed esortato la controparte americana a premere sulle autorità di Kiev perché mettano fine a quelle che ha definito azioni arbitrarie ed illegali contro la popolazione russofona: “recentemente forze ultranazionaliste e radicali hanno intensificato le loro attività nel sudest dell’Ucraina…le azioni dei radicali destabilizzano gravemente la situazione”, ha dichiarato Lavrov
IL VOTO, ALTA AFFLUENZA – In Crimea la gente è andata in massa a votare. “E’ un momento storico, tutti vivranno felici. Stasera festeggeremo” ha detto il premier della Crimea, Sergey Aksenov annunciando che il parlamento ha fissato una riunione per le 10 di domani mattina ora locale per approvare l’esito del referendum.
PROTESTE DELL’UCRAINA – L’Ucraina ha chiesto di boicottare il voto, che, secondo Kiev, è illegale. “Questo è il nostro paese e noi non lo lasceremo” ha detto il ministro della Difesa di Kiev, Ihor Tenyukh. Il ministro ha poi dato notizia del ridispiegamento di truppe nelle regioni orientale e meridionale e ha annunciato che 40mila persone si sono presentate volontarie per entrare nella Guardia Nazionale istituita per rispondere alla crisi in Crimea.
Le autorità russe intanto avrebbero acconsentito ad una ‘tregua’ fino al 21 marzo per mettere fine al blocco delle basi militari ucraine in Crimea. Nonostante le tensioni, Tenyuch considera improbabile una escalation militare nella disputa con la Russia per la penisola di Crimea: “Credo che non ci sarà una guerra”, ha dichiarato in un’intervista al settimanale tedesco ‘Der Spiegel’ in cui loda la disciplina e la reazione dei soldati ucraini in Crimea: “Non si sono lasciati provocare”, ha affermato.
Tenyuch ha poi messo in chiaro che sta agli ucraini e non alla Russia decidere del proprio destino: “Come vogliamo vivere è qualcosa che non decide la Russia, ma il popolo dell’Ucraina. E già ha preso la sua decisione in favore dell’Europa”.
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