Turchia, pugno duro di Erdogan: “Sradicheremo Twitter e tutto il resto”. La rete lancia Mtwitter
Poche ore dopo le minacce del premier turco Recep Tayyip Erdogan di chiudere Twitter, seguite da un’effettiva chiusura del sito in Turchia, è stato registrato un nuovo dominio che ha l’aria di essere un tentativo semiserio di sostituirlo. Si tratta di ‘Mwitter‘, il cui nome è stato ispirato proprio dalle frasi di Erdogan. “Twitter, mwitter kokunu kaziyacagiz“, ha detto il premier giovedì in un comizio. Una frase che può essere tradotta all’incirca con: “Sradicheremo Twitter e tutto il resto”. Non si sa se il sito sia stato registrato da avversari di Erdogan intenzionati a prendersi gioco di lui o da suoi ‘discepoli’.
Sul sito (http://www.mivitir.com/) per ora appare un’unica frase, che dice: “Dicci di chiudere e noi lo faremo, Padrone. Siamo pronti“.
“Siamo preoccupati da ogni possibilità che i social media possano essere chiusi“. Così Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, che ha aggiunto: “Le democrazie sono rafforzate dalla diversità delle voci“. Dure critiche anche dall’Unione europea, con il commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, che proprio su Twitter ha definito il blocco in Turchia come “infondato, inutile e vile” e ha aggiunto che “il popolo turco e la comunità internazionale vedranno questo gesto come un atto di censura. E lo è”. Anche il commissario Ue all’Allargamento, Stefan Fule, ha twittato la sua critica alla vicenda: “C’è molta preoccupazione – ha detto – per il blocco di Twitter. Essere liberi di comunicare e scegliere liberamente il mezzo per farlo è un valore fondamentale dell’Ue”.
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