Riciclaggio di soldi mafiosi, arrestati il nipote di Previti e Dino De Megni il padre di Augusto, vincitore del GF6
Arrestato in Umbria, su richiesta della Dda di Napoli, Dino De Megni, padre di Augusto il bimbo rapito dall’Anonima Sarda nel 1990, il ragazzino che poi divenne un personaggio televisivo vincendo della sesta edizione del Grande Fratello. L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli sulle procedure per la compravendita, poi non avvenuta, della clinica Ruesch Spa, nota casa di cura napoletana.Arrestato in Umbria, su richiesta della Dda di Napoli, Dino De Megni, padre di Augusto il bimbo rapito dall’Anonima Sarda nel 1990, il ragazzino che poi divenne un personaggio televisivo vincendo della sesta edizione del Grande Fratello. L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli sulle procedure per la compravendita, poi non avvenuta, della clinica Ruesch Spa, nota casa di cura napoletana.
Il commercialista e l’imprenditore
Parallelamente a De Megni sono finite in manette altre cinque persone, fra le quali il commercialista romano Umberto Flesca Previti – arrestato venerdì mattina nella Capitale – e l’ex presidente della società Pisa Calcio Leonardo Covarelli. Flesca Previti è nipote dell’ex ministro Cesare Previti. Secondo la Dda di Napoli e la Guardia di Finanza la compravendita della clinica era stata perfezionata utilizzando capitali frutto di riciclaggio; per questo l’operazione d’acquisto era stata bloccata dagli investigatori.
Riciclaggio e falso in bilancio
Agli indagati vengono contestati i reati di «riciclaggio e reimpiego di denaro di illecita provenienza», «intestazione fittizia di valori, falso in bilancio, formazione fittizia di capitale», tutti aggravati dalla trans nazionalità. Gli indagati avrebbero usato società con sede in Austria, Germania e Gran Bretagna, sui cui conti correnti sono stati accumulati capitali sottratti dal fallimento della San Pio S.a.s. società del settore alberghiero. Secondo l’ipotesi accusatoria, i capitali frutto della bancarotta fraudolenta, successivamente, vennero trasferiti in Italia per tentare l’acquisto del capitale della clinica Ruesch attraverso due società immobiliari, la «Iniziativa 2003» e la «New Glen srl».
Sequestrati beni per 9 milioni
Nell’ambito dell’inchiesta Ruesch, i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, coordinati dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Giovanni Conzo, hanno anche eseguito nei confronti dei sei indagati, un sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 9 milioni di euro. Tra i beni sequestrati ci sono ville e immobili (anche di valore storico) a Bologna, Pisa, Perugia e Roma, oltre a numerosi terreni nella provincia di Cosenza.Riciclaggio e falso in bilancio
Social