Gp Malesia, show solitario della Mercedes di Hamilton . La Ferrari non decolla e Alonso non sale sul podio
La Mercedes domina tra gli sbadigli, la Ferrari non decolla e Fernando Alonso non sale nemmeno sul podio. Il Gp di Malesia, secondo appuntamento del Mondiale, è uno show solitario di Lewis Hamilton. Il pilota inglese, partito dalla pole position, domina dal semaforo verde alla bandiera a scacchi centrando il primo successo stagionale e il 23° della carriera. Come ciliegina, il driver di Stevenage aggiunge anche il giro record (1’43”066) in un weekend perfetto.
Il bicchiere della Mercedes è pienissimo visto che Nico Rosberg, vittorioso due settimane fa in Australia e leader iridato, si piazza secondo e completa la domenica perfetta delle Frecce d’argento. Sul terzo gradino del podio sale Sebastian Vettel, che porta i primi punti alla Red Bull. Il campione del mondo è l’unico a impensierire le monoposto tedesche, che faticano a trovare rivali all’altezza. Non è un avversario temibile la Ferrari, che deve accontentarsi del quarto posto ottenuto da Alonso.Lo spagnolo chiude a oltre mezzo minuto dalle Mercedes e deve faticare per lasciarsi alle spalle la Force India del tedesco Nico Hulkenberg, che sfrutta le prestazioni del motore fornito dalla casa di Stoccarda.
Bocciatura secca per Kimi Raikkonen, fuori dalla zona punti al termine di una giornata infernale. Per il finlandese, infatti, la gara diventa un calvario dopo pochi km.
Al semaforo verde, le Mercedes gettano le basi per il double. Hamilton difende la pole position, Rosberg supera Vettel e le Frecce d’argento fanno coppia davanti. Alonso non riesce a difendersi dall’attacco della Red Bull di Daniel Ricciardo e scivola in quinta posizione. Decisamente più complesso l’avvio di Raikkonen, costretto a rincorrere in salita già dopo un paio di giri: contatto con la McLaren di Kevin Magnussen e la gomma sinistra è forata, il finlandese deve tornare ai box e precipita in coda al gruppo. Al top, Hamilton trasforma la gara in una passeggiata solitaria e dopo 11 tornate ha già 6” di vantaggio sul compagno-inseguitore. I duelli sono merce rarissima e bisogna accontentarsi delle schermaglie tra Ricciardo e Alonso che, dopo i rispettivi pit-stop, incrociano le traiettorie senza modificare le posizioni. Alla boa di metà gara si arriva senza alcun sussulto e anche il podio assume connotati sempre più definiti. Vettel è l’unico a tenere un passo paragonabile a quello delle Frecce d’argento, mentre Alonso deve fare i conti con la gestione delle gomme e, al 28° dei 56 passaggi, deve effettuare la seconda sosta ai box per abbandonare le coperture medie e montare quelle dure. A interrompere la monotonia prova Vettel, che a 20 tornate dalla bandiera a scacchi si avvicina a Rosberg.
Per movimentare il pomeriggio di Sepang servirebbe la pioggia, che fa capolino in alcuni punti del tracciato. Qualche goccia è sufficiente per allertare i team, ma la pista rimane sostanzialmente asciutta. Per assistere ad un colpo di scena, si fa per dire, bisogna aspettare il 41° giro e il k.o. tecnico che frena la Red Bull di Ricciardo. L’australiano perde un’eternità per il montaggio difettoso della ruota anteriore sinistra, quando rientra in pista danneggia il muso della monoposto e deve tornare ai box per una sosta extra: un disastro. Alonso va all’assalto del quarto posto e, a 3 giri dalla fine, vince il duello con la Force India di Nico Hulkenberg. Per ora il Cavallino non è in grado di sfidare la Mercedes. Tra una settimana, nel Gp del Bahrain, il copione difficilmente cambierà.
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