Calciatori depressi? No, solo ansia da prestazione
“Metto in dubbio l’attendibilità scientifica di questa indagine. Una persona depressa rimane a casa non va neanche al campo a fare l’allenamento”. Lo dice il prof. Massimo Di Giannantonio, docente di psichiatria presso l’Università di Pescara, in merito all’indagine della Fifpro secondo cui il 26% dei calciatori soffre di depressione. “L’attività sportiva è in contraddizione con la patologia della depressione – afferma Di Giannantonio -. Penso che nel caso dei calciatori si possa parlare esclusivamente di forme di ansia da prestazione. I giocatori vivono in un’ambiente molto competitivo e subiscono numerose pressioni da parte dei compagni di squadra, allenatore, presidente, tifosi e così via e questo può indiscutibilmente creare ansia e magari anche paura”.
“La depressione è una malattia seria e grave non si può accostare a dei calciatori professionisti – sottolinea Roberto Re, mental coach di diversi atleti professionisti -. Si abusa troppo spesso della parola ‘depressione’, uno sportivo producendo serotonina con l’attività fisica non può cadere in depressione, che è una patologia che non ti fa neanche uscire di casa”. “Vero è che che dei giovani uomini come i calciatori possono avere facilmente delle difficoltà a gestirsi emotivamente a causa delle forti pressioni che subiscono – aggiunge Re -. Per quanto ne so i professionisti del calcio possono soffrire di mancanza di autostima, ansie, paure ma la depressione la escluderei categoricamente”.
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