Filippine, arrestato per pedofilia l’ambasciatore italiano. L’accusa: “Chiaro caso di abusi”
Un caso “molto evidente” di abusi o tentati abusi su minori
Catherine Scerri, una delle due attiviste della Bahay Tuluyan Foundation che ha denunciato il diplomatico italiano Daniele Bosio, non ha dubbi. Raggiunta telefonicamente a Manila dall’Adnkronos, Scerri racconta le circostanze che hanno portato lei e la collega Lily Flordelis a denunciare l’uomo, arrestato nelle Filippine.
IL RACCONTO
“Aveva offerto del denaro ai bambini”, racconta. Sarebbero stati gli stessi bambini trovati con Bosio, spiega, a raccontare a lei e alla Flordelis di “essere stati portati nel suo appartamento, dove aveva fatto la doccia insieme a loro” e che “i bambini erano nudi”. Scerri, mentre si sta imbarcando su un volo per l’Australia, racconta la vicenda. “Lo abbiamo visto nel resort e ci siamo subito allarmate, perché era un uomo straniero, con tre bambini filippini, che chiaramente non avevano alcuna relazione con lui”. “Lavoriamo con i bambini”, spiega la donna. “Abbiamo pensato che non fosse un normale nucleo familiare, lo abbiamo subito denunciato all’amministrazione del resort affinché chiamasse la polizia per indagare, ma non lo hanno fatto subito”. “Un paio d’ore dopo – prosegue il racconto – li abbiamo visti di nuovo e allora ho avuto la possibilità di rivolgermi a uno dei bambini. Che rapporto hai con quest’uomo, gli ho chiesto. E il bambino mi ha risposto, è il mio ‘daddy’. Il termine usato mi ha insospettito, perché non necessariamente significava papà, poteva avere un connotato….”. Poi, continua il racconto, il bambino è corso via. La stessa domanda la Scerri l’ha rivolta anche a un altro dei bambini che si trovavano con Bosio. Che rapporto hai con questo signore? “Nessun rapporto”, la risposta. Quindi, la Scerri decide di rivolgersi direttamente al diplomatico italiano. “Che rapporto ha con questi bambini?”, gli chiede. “Sono dei bambini di strada di Manila”, sarebbe stata la risposta. “I loro genitori sanno che sono qui?”, chiede ancora la Scerri. “No”, avrebbe replicato Bosio, aggiungendo: “Ci stiamo solo divertendo”. La Scerri incalza: “Lo sa che è contro la legge?”. “No, non lo sapevo”, la risposta riportata dalla donna. “Farebbe lo stesso con dei bambini in Italia?”, chiede la Scerri. “No, naturalmente no”, avrebbe replicato il diplomatico.
LA DENUNCIA
La polizia delle Filippine, intanto, ha presentato una denuncia contro il diplomatico italiano per traffico e abuso di minori. Lo riporta la stampa locale, ricordando che la denuncia è scattata sulla base della legge sulla tutela dei minori varata nelle Filippine nel 1992. Secondo questa legge, ogni adulto che sia visto in pubblico con un bambino, con cui non ha relazioni, e con il quale abbia una differenza di età di almeno 10 anni, deve essere denunciato alla polizia. Ed è quello che hanno fatto le responsabili della Ong che si occupa di minori a Manila. Il diplomatico italiano è anche accusato di aver violato un’altra legge sul traffico dei minori che è stata varata nel 2003, precisano ancora le fonti citate dai media locali.
La polizia di Manila, ha dichiarato il capo soprintendente Jesus Gatchalian, direttore regionale della polizia, sta anche verificando come Bosio abbia incontrato i tre bambini con i quali sarebbe stato visto a Laguna, una nota località turistica a sud di Manila. Gatchalian ha poi aggiunto che funzionari dell’ambasciata italiana a Manila hanno visitato Bosio, che “è un diplomatico ma non è assegnato a Manila, e quindi ci domandiamo cosa facesse qui”. Bosio, che è ambasciatore in Turkmenistan, stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza nelle Filippine ed ha respinto ogni accusa.
Intanto, il ministero filippino degli Affari Esteri (Dfa) sta verificando le notizie dei media sull’arresto del diplomatico italiano. “Il Dfa non ha ancora sentito l’ambasciata italiana o la polizia nazionale filippina per verificare l’incidente”, ha detto il portavoce del ministero, Charles Jose, citato dal sito filippino Gma News.
CARITAS
Alla Caritas Diocesi Roma non risulta che il diplomatico abbia svolto “alcun lavoro” per l’organizzazione, almeno dal 1998 ad oggi, né per i volontari né come operatore né tra i vecchi obiettori di coscienza. A riferirlo all’Adnkronos è Alberto Colaiacomo, della Caritas Roma, in riferimento alle notizie secondo cui l’ambasciatore in Turkmenistan collaborerebbe con varie ong. Una risposta analoga arriva da Ferruccio Ferrante, della Caritas Italia: “Al momento non ci risulta che abbia avuto una collaborazione con noi, almeno così, a un primo esame, poi faremo le eventuali verifiche, però al momento non me lo ricordo, non mi risulta”.
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