Fecondazione eterologa, ora si può: cade uno storico divieto. Per la Consulta è incostituzionale, non per Giovanardi
Il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale. Lo ha deciso la Consulta in merito alla parte della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita in cui si vieta di ricorrere alla donazione di gameti (ovociti o spermatozoi) esterni alla coppia per concepire un figlio. Cade, dunque, l’ultimo ‘paletto’ imposto dalla discussa normativa italiana. Non sono mancate la polemiche da parte del mondo cattolico. Secondo il senatore Ncd, Carlo Giovanardi la sentenza della Consulta favorirà una sorta di mercato degli uteri, degli ovuli, e del seme con i Paesi in via di sviluppo. Con un “baratro nell’ordinamento” sui diritti del nascituro.
Dopo aver affrontato la questione della conservazione degli embrioni, della diagnosi preimpianto e del numero di embrioni da impiantare nell’utero materno, per la seconda volta la Corte era stata chiamata a giudicare la legittimità costituzionale di quella che è stata definita dagli avvocati difensori delle coppie la norma ‘simbolo’ della legge 40, cioè il divieto di fecondazione eterologa. Nel maggio 2012 la Corte costituzionale decise di restituire gli atti ai tribunali rimettenti, per valutare la questione alla luce della sopravvenuta sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla stessa tematica.
Oggi la nuova decisione, dopo l’udienza pubblica di ieri mattina sulla questione, durata poco meno di un’ora e mezza e, nel pomeriggio, la Camera di consiglio proseguita questa mattina e terminata poco fa.
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