Rivoluzione Pd, cinque donne capolista alle europee. Ma per gli uomini e’ una brutta sorpresa. Emiliano minaccia di ritirarsi
“Sì, posso dire che il Pd avrà cinque donne alla guida delle cinque circoscrizioni alle europee, è la migliore risposta a chi in questi mesi ha accusato me di scarsa sensibilità sul tema”. Lo ha detto Matteo Renzi, ospite oggi del Vinitaly a Verona. “I giornali mi fanno le prediche sul fatto che l’Italia non valorizza le donne, ma poi vedo i miei ministri, le candidature di cinque donne, il mio partito fatto da metà donne e poi nelle redazioni di quei giornali per avere un articolo firmato da una donna se ne vede uno ogni 15 giorni”, ha aggiunto il premier.
“La cosa che mi ha più colpito oggi è che tanta gente che ho incontrato ha detto ‘non mollate’ e noi non molliamo. Noi andiamo avanti su questa strada”. Renzi nel corso della conferenza stampa che ha concluso la sua visita di oggi al Vinitaly, torna sul tema delle riforme: “Noi stiamo facendo un lavoro molto serio sulle riforme e penso che i cittadini se ne siano accorti perché dopo 30 anni di discussioni noi stiamo facendo sul serio: il 25 maggio non si voterà per le Province”. E ancora il presidente del Consiglio ha ricordato che “ci sarà la riforma del Senato e l’abolizione del Cnel. Un organo costituzionale di cui si parlava da tempo ma oggi c’è un ddl costituzionale all’esame della commissione al Senato”.
Il premier ha ribadito con forza: “Noi vogliamo riorganizzare il paese. Per la prima volta mettiamo un tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici: 238mila euro e c’è anche chi si lamenta… – ha polemizzato Renzi – è più del doppio di quello che prende il presidente del Consiglio, ed è già tanto. 238mila euro non mi sembra una cifra scandalosa. Poi c’è chi dice che il dirigente pubblico bravo se ne andrà nel privato: beh io gli dico ‘vai ce ne faremo una ragione’”.
E in ogni caso -ha continuato il premier- i dirigenti bravi nel pubblico ce ne sono tanti e non lo fanno solo per lo stipendio”. E il presidente del Consiglio ha quindi ribadito che “stiamo riorganizzando tutta la macchina statale. Non è accettabile che i mandarini diventino intoccabili e che in questi dieci hanno abbiano aumentato le loro retribuzioni. Questo e’ inaccettabile”. E il premier ha quindi spiegato che “una parte variabile del loro stipendio ad esempio il 10% dovrà essere correlata al raggiungimento di obiettivi concreti magari basati su parametri internazionali. E non ci saranno più premi di risultato per tutti, indistintamente, come e’ avvenuto fino ad oggi”.
La Direzione del Pd è intanto convocata alle 14 per discutere delle liste elettorali. A quanto si apprende, a guidare le liste dem dovrebbero essere Alessandra Moretti nel nord est, Alessia Mosca nel nord ovest, Simona Bonafe’ al centro, Pina Picierno al sud e Giusi Nicolini o Caterina Chinnici per le isole.
Intanto dalla Camera arriva il via libera definitivo alla legge per le elezioni europee, che tra le altre misure prevede il meccanismo del riequlibrio nelle candidature uomo-donna, norme che entreranno però in vigore solo dal 2019. Il testo ha ottenuto 338 si’, 104 no. Il gruppo della Lega Nord si è astenuto.
Ma la scelta di Renzi di mettere 5 donne capolista non ha mancato di deludere molti candidati maschi. Come nella circoscrizione Sud, capeggiata da Pina Picierno. Il ruolo di capolista era stato promesso, in un primo tempo, al sindaco di Bari Michele Emiliano. Che, inizialmente, ha preso male la retrocessione. Poi ha abbozzato e sembrava accontentarsi del secondo posto. Tanto per le europee vale il sistema proporzionale e non è detto che sia il capolista a prendere il massimo delle preferenze. E ieri sera ha invitato alla calma i membri della segreteria del Pd della Puglia, che gli avevano chiesto di rinunciare alla candidatura per dedicarsi alle regionali del 2015.
Ma in mattinata ha cambiato idea: “Ho detto a Renzi che è inutile mandarmi in Europa – ha spiegato Emiliano nel corso della trasmissione l’Aria che tira su La7 che ha creato per il web anche un suo fotomontaggio – quando appartengo alle truppe d’assalto. Io non disobbedisco al partito, ma non è una mia esigenza”.
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