Silvio in un centro anziani, un reality show da non perdere in prima serata
Di Carlo Lazzari
Il conto alla rovescia è cominciato. E per Silvio Berlusconi queste ultime giornate prima della decisione del Tribunale su arresti domiciliari o servizi sociali, sono un pò gli ultimi momenti di libertà. Il tempo ormai sembra arrivare a scadenza: la clessidra della giustizia, pur nelle sua lentezza, non si arresta. E ciò che sembrava impossibile per il Cavaliere, come subire l’esecuzione di una condanna, seppur scontata e adattata alle forme umane più blande, (dopo leggi Cirielli, ad personam, prescrizioni e quant’altro la fantasia giuridica del suo celebrato trittico legale Longo, Coppi e Ghedini aveva prodotto), ora non lo è più. Una nemesi strana si sta impossessando della cronaca e la sta consegnando alla storia come epilogo di un ventennio tragico e comico, almeno nella rappresentazione satirica che ne hanno fatto i giornali di tutto il mondo. Non ultima quella proposta ieri dall’inglese Guardian che ha immaginato un Berlusconi in cinque diverse divise. Dal giardiniere al carcerato, un gioco per indovinare quale futuro lo aspetta tra qui e poco. Le ore che scorrono si condensano di previsioni e ipotesi. Ma la decisione del Procuratore generale del Tribunale di Milano di accogliere la richiesta degli avvocati di difesa Ghedini e Coppi di affidare Berlusconi ai servizi sociali, esorcizza parzialmente la grande paura degli arresti domiciliari (anche se la decisione spetta ora al Tribunale di Sorveglianza). Soluzione funesta politicamente che porterebbe a un isolamento totale del leader di Forza Italia. Con il Cavaliere un pò azzoppato, ma pronto a riprendersi il primo piano, la soluzione dei servizi sociali (si è proposto per aiutare e motivare persone handicappate) potrebbe diventare invece un’ottima rampa di lancio mediatica per conquistare consensi. L’uomo perseguitato dai giudici che diventa il buon samaritano. Le tv del network Mediaset potrebbero darci minuto per minuto le “gesta” del Cavaliere ricco e potente che aiuta i più deboli e sfortunati. Un reality show di forte impatto emotivo. Ma la verità di queste ore, al di la dei vantaggi elettorali o mediatici offerti dai servizi sociali, si mostra più cinicamente ironica di quella dei vignettisti del Guardian. Berlusconi, nella sua riconosciuta capacità di marketing, ha fatto di sé l’emblema di una invidiata longevità ed esuberanza fisica (“Silvio è tecnicamente immortale” aveva profetizzato con slancio il professor Umberto Scapagnini), e le sue imprese, nelle semioscurità del Bunga Bunga, avevano esteso al mondo la sua meccanica e instancabile virilità. Ma questa potente icona nazionale probabilmente dovrà sovrapporsi all’immagine di un signore stanco, un pò claudicante, che dovrà aiutare altri signori anziani, forse alcuni vecchi, nella loro spesso faticosa quotidianità. Con una dissolvenza finale comunque molto malinconica come in tutti i tramonti.
E i guai poi non si risolvono qui. La resa dei conti con la giustizia (a parte i processi in corso per il caso Ruby e la compravendita di senatori) ha altri appuntamenti che possono essere politicamente drammatici per l’esito elettorale e molto pesanti sul piano personale. I due personaggi che gli sono stati più vicini nel costruire con lealtà le fortune passate (Marcello Dell’Utri) e quelle presenti (Denis Verdini), sono sotto la stretta dei giudici. Per il primo martedì arriva a sentenza definitiva la condanna a 7 anni in secondo grado per associazione mafiosa, e se fosse confermata dovrà andare in carcere (ha fatto sapere di essere all’estero per cure mediche e di non volersi sottrarre alla sentenza definitiva, anche se per i giudici resta un latitante avendo firmato un ordine di custodia preventiva). Per Verdini il Senato ha autorizzato l’uso delle intercettazioni telefoniche per provare le sue responsabilità nei procedimenti penali che riguardano gli appalti per le grandi opere, l’eolico sardo e la cosidetta P3. Niente di buono per il Cavaliere (tra poco dovrà lasciare anche quest’ultimo identificativo della sua importante storia imprenditoriale). Un uomo sempre piu provato e offeso nella irriducibile convinzione di essere stato il piu grande Statista tra i Grandi costretto ora a servire i più umili.
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