Dell’Utri trasferito in ospedale “per ragioni di salute”. I giornalisti: “Stanco e provato”. Estradizione sempre più difficile
Marcello Dell’Utri, arrestato in Libano la scorsa settimana, è stato trasferito in un ospedale di Beirut. “Il politico italiano – ha riferito una fonte giudiziaria locale all’agenzia Dpa – ha subito un intervento cardiaco alcune settimane fa e ora ha bisogno di stare in una struttura in cui il suo cuore possa essere monitorato regolarmente”.
Dell’Utri è stato trasferito dal quartier generale della polizia, dove era trattenuto da sabato, all’ospedale al-Hayat nella periferia di Beirut, in seguito a un via libera dalla magistratura libanese, come ha fatto sapere il suo avvocato libanese, Nasser el-Khalil.Il trasferimento in ospedale del settantatreenne ex senatore di Forza Italia e Pdl, che in passato è stato sottoposto a diversi interventi chirurgici al cuore, è stato disposto sulla base di un referto stilato da un cardiologo che ha visitato Dell’Utri nel centro di detenzione e ha ritenuto necessario un monitoraggio continuo, anche se le sue condizioni non destano preoccupazioni. La decisione è stata presa solo per “ragioni umanitarie” che nulla hanno a che vedere con la procedura di estradizione richiesta dall’Italia, precisa l’avvocato libanese dell’ex parlamentare, Nasser Al Khalil, aggiungendo che non vi sono novità sul piano giudiziario. “Che io sappia, la richiesta documentata di estradizione non è ancora arrivata dall’Italia”, aggiunge il legale. Una fonte locale precisa che l’ospedale Al Hayat è stato scelto perché dotato di un piccolo padiglione sorvegliato dalla polizia riservato ai detenuti.
I giornalisti di Repubblica Francesco Viviano e del Corriere della Sera Giuseppe Guastella sono riusciti a scambiare qualche parola con l’ex top manager di Publitalia. Poi sono stati fermati dalla polizia e trattenuti per oltre un’ora. A questo link, il racconto di Viviano. Che ha visto Dell’Utri con “la barba lunga e molto affaticato, era in manette”. Il nostro collega ha dovuto anche cancellare le immagini che aveva scattato.
Giuseppe Di Peri, legale palermitano di Dell’Utri, non ha per il momento avuto modo di avere contatti con il suo assistito né conferme del trasferimento in ospedale. “Non mi stupirebbe più di tanto – afferma l’avvocato – Anzi, il ricovero confermerebbe quanto da lui dichiarato nel comunicato stampa e rientrerebbe nel quadro clinico di una persona che non sta bene e la cui salute potrebbe subire delle alterazioni in seguito al forte stress a cui è sottoposta”.
Dell’Utri era stato arrestato sabato scorso in un lussuoso albergo della capitale libanese. Era ufficialmente latitante dal giorno prima, a seguito di un ordine di custodia cautelare in carcere per pericolo di fuga emesso in vista dell’udienza di Cassazione che martedì avrebbe dovuto decidere sulla condanna dell’ex senatore a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Udienza che è stata poi rinviata al 9 maggio su richiesta presentata dai legali di Dell’Utri per motivi di salute. Tre giorni dopo scadrà il fermo provvisorio cui l’ex parlamentare è sottoposto in Libano.
Oltre a quella dei tempi, ci sono alcune questioni procedurali che potrebbero rendere più complicato il via libera all’estradizione. Secondo indiscrezioni, a corredo della richiesta, il ministero della Giustizia dovrebbe allegare tutti gli atti tradotti in arabo del processo per concorso esterno in associazione mafiosa conclusosi con la condanna a sette anni. Si tratta di un materiale vastissimo: non solo l’ultima sentenza, che comunque è di circa 500 pagine, e tutti i verbali delle udienze e delle deposizioni dei testi sentiti al processo di secondo grado, ma anche, secondo un’interpretazione del trattato di estradizione Italia-Libano, dei due verdetti precedenti (il primo del tribunale e la prima sentenza d’appello poi annullata dalla Cassazione). Una mole enorme di carte – la vicenda giudiziaria di dell’Utri dura da vent’anni – che verrà trasmessa in via Arenula e poi tradotta.
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