Espugnare Masada, “mission impossible”
Oggi 16 Aprile del 73 d.C. è stata espugnata Masada, sul Mar Morto. Alcuni anni fa, nel corso della “Rivolta Giudaica” che ha sconvolto i territori della Palestina, un gruppo di fanatici Zeloti (gruppo integralista ebraico) era riuscito ad asserragliarsi sulle mura della inespugnabile cittadella di Masada, costruita dal re Erode il Grande, alleato di Roma. La fortezza, edificata su un arido cocuzzolo roccioso, era stata progettata per resistere ad un lungo assedio, ed era stata attrezzata con terme, cisterne d’acqua e magazzini sotterranei. All’indomani della riconquista di Gerusalemme da parte delle nostre truppe, circa un migliaio di Zeloti, guidati dal carismatico capo Eleazar ben Yair, si erano rifugiati proprio a Masada, fidando nell’inespugnabilità della cittadella. I soldati della Decima Legione “Fretensis”, guidati dal generale Lucio Flavio Silva, hanno poi raggiunto e circondato la fortezza, riuscendo anche a costruire una gigantesca rampa d’assedio su cui far salire una torre mobile ricoperta di lastre di ferro, dotata di catapulte e “arieti” per lo sfondamento delle mura. I dispacci che giungono da Masada parlano di uno spettacolo orribile offerto agli occhi dei legionari che, alle prime luci dell’alba, sono penetrati nella fortezza: pur di non cadere nelle mani dei Romani, i mille Zeloti si sono suicidati a fil di spada, uccidendosi l’uno con l’altro. E sono stati risparmiati solo due donne e cinque bambini per potere raccontare al mondo il sacrificio. Con la presa della fortezza si può considerare finita la “Rivolta Giudaica”, anche se l’odio contro Roma continua a serpeggiare sotterraneo, tanto che nei vicoli di Gerusalemma già si comincia a mormorare la frase “Mai più Masada cadrà !”.
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