Champions League, Ancelotti cala il poker. Bayern umiliato e Real in finale dopo 12 anni
Tre gol in mezzora e un calcio fantastico: per il Real Madrid sono la porta d’ingresso alla finale Champions e all’agognata “decima”, per il Bayern Monaco una notte da incubo. Finisce con uno storico 4-0 per le merengues la semifinale di ritorno a Monaco di Baviera e tra tanti fuoriclasse presenti all’Allianz Arena, il match viene paradossalmente prima deciso dal più ruvido dei 22 in campo, Sergio Ramos, e poi suggellato dal più forte giocatore del mondo del momento, Cristiano Ronaldo. La doppietta del centrale difensivo dei blancos in una manciata di minuti (16’ e 20’, con due colpi di testa) – arrotondata dal 15° e 16° gol europeo di C.Ronaldo, nuovo record assoluto – stende la corazzata tedesca, assai lontana dalla squadra che ha dettato legge per 8 mesi in Bundesliga e in Europa. Molle, lento e soprattutto scontato, l’undici di Guardiola lascia senza troppe recriminazioni i sogni di gloria della quarta finale in 5 anni (sarebbe stata la terza consecutiva) e apre, di converso, le porte della storia alle merengues che vendicano così anche l’amara eliminazione di due anni fa (sempre in semifinale).
Il Real che passa trionfalmente in Baviera è finalmente una squadra e non solo un mosaico di solisti. Carlo Ancelotti è riuscito laddove José Mourinho aveva fallito: ha creato un’orchestra fatta non solo di prime donne ma anche di portatori d’acqua di qualità dove le parole d’ordine sono adesso sacrificio, organizzazione, coralità. Se poi nell’arco hai frecce che si chiamano CR7 (a segno al termine di una velocissima ripartenza e nel finale su punizione dal limite) e Bale tutto diventa più facile, quasi scontato. L’unica pecca in una serata perfetta porta il nome di Xavi Alonso, il metronomo di centrocampo che, diffidato e ammonito, salterà la finale di Lisbona.
Il grande sconfitto della serata è Pep Guardiola che per tutti i 90’ resta in piedi davanti alla panchina con lo stesso sguardo spento e triste che ha accompagnato il minuto di silenzio per ricordare il suo amico Tito Vilanova. Il tridente pesante messo in campo stasera (Mandzukic, Robben, Ribery con Muller a sostegno) è solo lontano parente dell’attacco atomico che ha segnato reti a valanga in questa stagione. Il grande difetto dei tedeschi è stato probabilmente quello di non crederci, imbrigliati nel capolavoro tattico di Ancelotti che è venuto a Monaco a giocarsela a viso aperto, col suo tridente atomico Bale-Benzema-Ronaldo.
Che non fosse aria per i tedeschi d’altronde lo si era capito fin da subito, con il gallese che non sfrutta un’improvvida uscita di testa di Neuer fuori area. Ma bastano pochi minuti e la testa di Sergio Ramos, su palla inattiva, per cambiare spartito alla serata e smentire gli scommettitori che pagavano 4,75 la vittoria spagnola contro 1,68 per il segno «1». Tre gol in 34’ minuti sono troppi anche per una corazzata come quella bavarese che prova blandamente a ribaltare una serata-no. Anzi, il cambio in corsa Mandzukic-Javi Martinez sembra più una scelta per evitare ulteriori guai che un’effettiva volontà di rimonta.
D’altronde, la prima vera parata di Casillas arriva solo al 52’ e quando Robben e Ribery si svegliamo è ormai troppo tardi e, soprattutto, un po’ poco per imboccare la strada che porta a Lisbona.
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