Elettrolux, raggiunto l’accordo con i sindacati. “Nessun lavoratore licenziato, nessuno stabilimento chiuso”
Nessun lavoratore licenziato, nessuno stabilimento chiuso e nessun taglio ai salari: così si chiude la vertenza Electrolux.
L’accordo raggiunto nella notte tra sindacati ed azienda – siglato nel tardo pomeriggio di oggi – prevede una diminuzione del costo del lavoro con il ricorso ai contratti di solidarietà, la riduzione del 60% dei permessi sindacali, la contrazione da 10 a 5 minuti della pausa di lavoro nello stabilimento di Porcia. Poi cassa integrazione straordinaria e uscite incentivate volontarie o prepensionamenti.
Da parte dell’azienda, un piano industriale che garantisce investimenti per 150 milioni e produzioni per tutti gli stabilimenti italiani; da parte del governo la decontribuzione a sostegno del piano industriale e fondi per incentivare la competitività. Per lo stabilimento di Porcia, per cui la Regione Friuli Venezia Giulia mette in campo sgravi Irap e defiscalizzaizone dei contratti di solidarietà, c’è l’impegno al riassorbimento di 150 esuberi, attraverso iniziative interne e l’intervento di un imprenditore intenzionato a insediarsi nelle aree dismesse del sito.
L’accordo è stato siglato a Palazzo Chigi.Ne ha dato notizia il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi sottolineando che si tratta di un’intesa importante per il futuro, un «nuovo approccio» e «un modello positivo da replicare».
A partire dal 16 al 22 maggio si svolgeranno le assemblee ed il referendum tra le lavoratrici e i lavoratori. «Nella vicenda Elecrolux – aveva detto Guidi due giorni fa – ognuno sta facendo bene la sua parte: un segnale importante per rilanciare l’industria in Italia». La ratifica con il premier Renzi, che dovrebbe avvenire domani, «sarà un segnale importante della capacità del sistema Italia di salvaguardare e rilanciare l’industria manifatturiera, il vero motore per la crescita e l’occupazione». «Fiducioso e ottimista», in vista dell’incontro di domani, si è detto il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, secondo cui l’impegno del governo è «fondamentale ma tardivo», mentre i lavoratori hanno mostrato «coerenza e correttezza» e la proprietà «disponibilità alle modifiche».
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