Attentato con autobombe in Cina, trentuno morti e più di 90 feriti in un mercato di Urumqi
Un gravissimo fatto di sangue sconvolge la Cina. Trentuno persone sono morte e più di 90 sono rimaste ferite in un attentato avvenuto in un mercato di Urumqi, capoluogo della provincia cinese dello Xinjiang. Alle 7.50 del mattino (l’1.50 di notte in Italia) un gruppo di terroristi a bordo di due suv i terroristi ha superato delle barriere di metallo penetrando tra la folla di un mercato e facendo detonare gli ordigni esplosivi.
Le auto poi si sono schiantate ed una è esplosa. Secondo un testimone citato dall’agenzia Xinhua in tutto le deflagrazioni sono state una dozzina. Le autorità locali hanno fatto sapere che si è trattato di “un grave e violento incidente terroristico di natura particolarmente orrenda”. Per il momento non ci sono state rivendicazioni, le autorità però sospettano che l’attentato sia stato organizzato da gruppi estremisti estremisti uiguri che da tempo lottano contro il governo di Pechino. Ma è difficile confermare con fonti indipendenti le informazioni in arrivo dalla regione nordoccidentale.
L’attacco terroristico arriva due giorni dopo che i tribunali dello Xinjiang hanno condannato 39 persone con l’accusa di gestione di gruppi terroristici, incitamento all’odio etnico, discriminazione su base etnica e fabbricazione di armi. Potrebbe trattarsi, dunque, di una vendetta. A fine aprile sempre ad Urumqi c’è stato un attacco alla stazione ferroviaria: i terroristi hanno lanciato bombe e usato coltelli uccidendo 3 persone e ferendone 79: l’attacco si era registrato a poche ore dalla visita nella regione del presidente Xi Jinping. Altri attacchi, sempre con la stessa modalità, si sono registrati negli ultimi mesi a Guangzhou e Kunming. Quello di oggi è l’attentato più grave avvenuto nella zona dai disordini del 2009 a Urumqi tra uiguri e membri dell’etnia han, in cui persero la vita quasi 200 persone.
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