Berlusconi, “Sono stato umiliato, Mai mi sarei aspettato un risultato del genere”
A poche ore dallo spoglio, i numeri magici ad Arcore erano due: 17-20. Entro questa forbice, si era convinto Berlusconi, per Forza Italia la battaglia sarebbe stata vinta o al massimo persa ma senza infamia. La verità è stata più dolorosa.
«Mai mi sarei aspettato un risultato del genere», ha confessato ai suoi in nottata, tra una cena con Galliani per parlare del futuro del Milan e l’occhio alle proiezioni sempre più nere. Perché quel 16% sul quale sembra essersi attestata Forza Italia è più che una sconfitta, è quasi un incubo. Ammettono i fedelissimi che l’ex premier contava sul 18, che l’affluenza in crescita delle ultime ore lo ha fatto sperare. Invano.
Per la prima volta, e lo sa bene anche lui, l’averci «messo la faccia, come ho sempre fatto», non ha portato a nulla. Non a una risalita, non a una ritrovata centralità. Il leader che magari aveva difficoltà a governare ma che dominava le campagne elettorali anche quando le perdeva, sembra svanito nell’arco di una notte. E l’angoscia degli azzurri sale, come la previsione che, da oggi, ci sarà da ballare tra rese dei conti e accuse reciproche.
D’altronde da settimane si respirava una brutta aria in Forza Italia. Che la campagna del leader azzurro non fosse trascinante era apparso subito chiaro: in tivù lo share rimaneva bassino, i sondaggi avanzavano a passo di tartaruga, e i primi ostentati obiettivi sbandierati dall’ex premier – «Arriveremo al 25%» – apparivano una chimera ogni giorno di più. Poi la tremenda tempesta giudiziaria – Expo, Scajola, Dell’Utri – hanno trascinato il partito a percentuali drammatiche. «Se arriviamo al 20, con la mia assenza di un anno, la condanna, le mani legate e la scissione con Alfano, è un miracolo», ha confessato pubblicamente Berlusconi nei giorni scorsi in tivù. Ma un miracolo, ammetteva in privato, sarebbe stato anche il 18.
Certo mai Berlusconi si sarebbe immaginato un successo così clamoroso di Renzi e uno così modesto di Grillo. Vedeva in affanno il giovane premier, e «un pericolo contro il quale dobbiamo combattere con tutte le nostre forze» Grillo. Ieri, lo scenario è cambiato all’improvviso. Molto più di quanto pensasse nel pomeriggio, quando stanco e preoccupato nella sua Villa San Martino dove ha passato la giornata con la fidanzata Francesca Pascale, con la fedelissima Maria Rosaria Rossi, e a cena anche con Giovanni Toti, già si lasciava andare a sfoghi. Amarissimo quello contro Giorgio Napolitano, colpevole «della situazione in cui mi trovo: vi rendete conto quanto sia umiliante per me, dopo tutto quello che ho fatto nella mia vita, non potere neanche più andare a votare?».
Se sia suonata la campanella per Marina lo si capirà presto, perché il tira e molla non può continuare ancora per molto. Sicuramente, la decisione avverrà dopo aver verificato se e come si possa ricucire con un Ncd pure indebolito, e se e come si possa tenere unita una Fi dove c’è chi mette nel mirino la politica del cerchio magico e chi, dall’altra parte, vorrebbe fare piazza pulita di quanto dell’ancien régime resta in campo.
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