Trento, Renzi annuncia l’operazione “sblocca Italia” per far ripartire tutte le opere ferme. Ultimatum ai comuni
’’Non c’è una ricetta magica, una riforma che risolve tutto’’, serve un “orizzonte di insieme’’. Lo dice Matteo Renzi, al festival dell’economia di Trento sottolineando che “o la politica gioca le sue carte, o la politica punta alto oppure nessuna misura economica ci salverà”.
RIFORME – Il premier ribadisce la necessità di andare avanti con le riforme. “Non sprechiamo questo inizio di ripresa – sottolinea -. La prossima settimana riparte la discussione sulla riforma del Senato e dopo l’approvazione in prima lettura torniamo alla legge elettorale’’. Il voto delle ultime europee, infatti, non cambia l’urgenza di approvare una nuova legge elettorale, anzi “è un incentivo a farla subito’’. Non solo. “La riforma della pubblica amministrazione sarà in parte per decreto e in parte con un ddl delega – annuncia Renzi ricordando il via libera alla riforma della pa nel cdm del 13 giugno-. Bisogna rovesciare il rapporto tra lo Stato e la pubblica amministrazione, cambiare le regole del gioco’’.
Il calendario delle riforme continua con la giustizia. “Entro fine mese faremo partire la riforma della giustizia civile, che sembra barbara, anzi è barbara, senza il sembra… Partiremo con il processo telematico. C’è anche la giustizia penale, e qualche problemino anche con quella amministrativa-contabile”. Secondo Renzi, “quando la richiesta di offerta di giustizia è quasi il doppio di altri Paesi europei, significa che qualcosa non funziona”. Entro il primo luglio, ribadisce, “c’è il disegno di legge delega”.
“Se le riforme non le facciamo – afferma il premier – è colpa mia, vado a casa io. I politici devono assumersi le proprie responsabilità’’. “Tra 10 anni – continua Renzi – mi immagino un’Italia smart. Non dico cool, perché magari fa storcere il naso e allora diciamo che immagino un’Italia bella, che faccia andare i giovani all’estero ma che li faccia ritornare perché è attrattiva’’.
LAVORO – “La madre di tutte le battaglie è il lavoro’’ assicura Renzi sottolineando di “volere una Europa con l’anima’’ e rimarcando il tasso di disoccupazione senza precedenti. “O si riparte con una nuova politica europea, con investimenti industriali e nuove regole sul lavoro, o non se ne esce’’. Su alcune situazioni come quella dell’Ilva “faremo provvedimenti per dare un orizzonte’’ annuncia. E rivolgendosi a Sergio Marchionne, presente in sala, afferma: “Se è d’accordo, a settembre, nell’ambito del giro che farò, vado a Detroit. Io accetto le sfide, ma è evidente che a Termini Imerese, come all’Ilva o nel Sulcis, c’è un tema occupazionale’’.
‘SBLOCCA-ITALIA’ – Il premier annuncia quindi che “entro luglio’’ il governo varerà un “provvedimento sblocca-Italia che avrà effetto immediato” per sbloccare tutte le opere ferme e avviare “interventi bloccati da 30-40 anni’’. “I comuni -dice Renzi- hanno 15 giorni per comunicare dove ci sono interventi bloccati, o investimenti bloccati per interventi pronti a partire, ce li comunichino. Noi creeremo una struttura tecnica e con un responsabile ad hoc per sbloccarli’’, garantendo la “trasparenza totale’’. Lo sblocca-Italia sarà supportato da una “struttura a Palazzo Chigi”, spiega. “Sarà un meccanismo di moral suasion nei confronti del sindaco o dell’amministratore -prosegue il primo ministro-, un procedimento chiaro per sbloccare processi in corso”, dice Renzi. Che aggiunge come “la trasparenza, l’Open Government cambierà l’amministrazione italiana. Sarà una rivoluzione culturale eccezionale”.
IMMIGRAZIONE – Sul fronte dell’immigrazione, il premier critica la richiesta di chiusura delle frontiere avanzata in Francia da Nicolas Sarkozy e le posizioni di Nigel Farage in Gran Bretagna. “Non è ammissibile l’idea di Farage e Sarkozy, con buona pace dei nostri amici di casa nostra’’.
POST-VOTO – Quanto alla politica interna, secondo Renzi ora è necessario capitalizzare il successo elettorale. “O facciamo una pacifica rivoluzione del consenso, o sprecheremo l’occasione”. Per il presidente del Consiglio, il risultato elettorale dimostra che si può andare verso due schieramenti, non dico due partiti anche se mi piacerebbe, e il centrosinistra si sta attrezzando in questo senso’’.
COMMISSIONE UE – In attesa del giudizio di Bruxelles sull’Italia, il presidente del Consiglio assicura di non avere “particolari timori sulle valutazioni che la Commissione deve fare. La vera questione è che cosa i governi immaginano della prossima Commissione Europea’’. Il presidente del Consiglio subito dopo aggiunge: “Non c’è un problema Juncker, è uno dei nomi. I problemi emersi dal voto europeo sono altri. Certo il problema della democrazia europea non si risolve così, bisogna avere una visione alta di indirizzo, la politica deve fare questo’’.
Parlando del futuro presidente della Commissione Ue, Renzi afferma: “Vorrei un Europa che abbia un’anima. Vorrei investire tutto il pacchetto di credibilità assunto alle elezioni europee per cambiare l’Europa. Prima ci soni i programmi. Non farò, quindi, nomi. Non è un problema di nomi, ma di scelte’’. ’’Non credo che l’Italia -avverte- debba fare battaglia sulla base dei passaporti. Non si può prendere il nostro consenso in una battaglia per ottenere un commissario o un altro. Noi dobbiamo dire che l’Italia porta alla discussione un pacchetto di proposte concrete’’.
SCIOPERO RAI – A tenere banco infine c’è lo sciopero della Rai contro i tagli. Renzi parla di “polemica incredibile. E’ una situazione umiliante. A questo punto, se vogliono aprire una riflessione sulla qualità del servizio pubblico, bene, altrimenti questa polemica lascia il tempo che trova’’. Secondo il presidente del Consiglio, “chi lavora nel servizio pubblico deve lavorare sui contenuti. Occorre parlare di contenuti del servizio pubblico. Se si vuole parlare di costi, come fa il sindacato in una assurda polemica, allora siamo pronti a farlo, siamo preparati’’. Renzi ricorda in particolare la vendita di Rai Way praticamente già fatta e poi bloccata da un provvedimento dell’ex ministro Maurizio Gasparri.’’Tutti tagliano i costi -rimarca Renzi- non vedo perché la Rai non debba farlo’’. Per il presidente del Consiglio l’operazione “più semplice è quella di vendere Rai Way’’. A Viale Mazzini “non abbiamo chiesto un taglio ai programmi e ai contenuti ma un contributo, come sta facendo tutto il Paese, di 150 milioni, che è meno del valore di Raiway che è di 170 – sottolinea Renzi -. Il problema è che invece di riflettere sulla qualità del servizio pubblico mi sembra si sia scelta un’altra strada, con conduttori che fanno domande assumendo le parti dell’azienda’’. Il premier torna quindi a criticare la Rai. “Se i sindacati avessero annunciato lo sciopero nella settimana delle elezioni, prendevo il 42.8% e non il 40.8%, peccato… Vogliono fare lo sciopero, lo facciano, poi ci confrontiamo su numeri e costi”. E ricordando gli “effetti perversi’’ della politica sull’azienda del servizio pubblico, Renzi conclude: “I direttori del Tg1 non abbiano come riferimento il Pd o chi vince le elezioni. La Rai deve essere fatta da professionisti e deve avere una governance. A quelli che vogliono fare carriera in Rai dico ‘state lontani da me perché in questi termini non conto niente…’’’.
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