Mondiali 2014, Prandelli suona la carica: “Abbiamo una grossa responsabilità, non poniamoci limiti”
“Non siamo una formazione che può fare la partita basandosi sulle proprie individualità, dobbiamo essere una squadra e osare in campo”. Cesare Prandelli, dal Brasile, fissa il primo comandamento per il gruppo che affronterà il Mondiale e mostra parecchia fiducia in vista del torneo: “Abbiamo grandissimo ottimismo, una squadra è vincente quando non si pone limiti mentali. L’obiettivo? Bisogna passare il girone, poi vediamo”.
Le prime impressioni di Prandelli
“Siamo appena arrivati, le prime impressioni sono buone, la struttura anche. Ci sono tutte le condizioni ideali per iniziare il Mondiale. Comincia oggi la vera preparazione. Penso al lavoro fatto e a quello da fare: e quando sai che cosa fare, lo stato d’animo diventa d’incanto di grandissimo ottimismo”.
Come giocheremo in questo Mondiale?
“Non vogliamo fare capire nulla a nessuno. Sono partite dove si giocherà anche su certi equilibri. Stiamo verificando l’opportunità di giocare con un giocatore in più in mezzo al campo ma non abbiamo ancora deciso”.
Verratti può essere una risorsa?
“Tutti possono essere delle risorse, ma Marco in questo momento sta interprentando quello che avevo richiesto. Voglio una squadra capace di cambiare e di osare anche qualcosa di diverso. Non siamo una squadra che può fare la partita basandosi sulla propria individualità, dobbiamo essere una squadra”.
Domenica c’è la partita col Fluminense. Cosa ti aspetti?
“Abbiamo programmato questa partita perché avevamo necessità di avere subito un impatto col Paese. Sicuramente tra due giorni non faremo una bella figura, ve lo dico già adesso. Ma nelle difficoltà sono convinto che si vede ancora di più dove poter migliorare la squadra”.
Su Balotelli
“Mi aspetto la continuità che sta avendo in questi giorni. Ha una grande attenzione a tutti i particolari e una grande concentrazione. Ognuno non deve pensare di essere un protagonista, dobbiamo essere squadra”.
Sul mix tra esperti e giovani nella squadra
“I giovani sono garanzia d’entusiasmo ed è quello che chiediamo a loro. Sono ragazzi interessanti, che ci possono stare in questa Nazionale. Sono anche incoscienti e il calcio ha bisogno anche di questo. Posso fare un nome, Darmian, che è arrivato in sordina ma sta meravigliando tutti per serietà e convinzione. Non sono state scelte difficili”.
Sulla possibilità di crescere durante il torneo
“La storia insegna che l’Italia ha sempre dato risposte importanti soprattutto nei momenti di difficoltà. Se questo può portarci qualcosa in più, i giorni passati ne sono una testimonianza”.
Qual è il primo motivo per cui è ottimista?
“Perché ho rivisto la partita col Lussemburgo e avevo dato un obiettivo alla squadra e l’abbiamo eseguito. Abbiamo creato palle gol e non abbiamo subito rischi, poi quando abbiamo inserito Cassano e abbiamo cambiato modulo si sono creati degli squilibri. Dobbiamo lavorare”.
Sullo scetticismo della gente
“L’impatto forte del Mondiale fa alzare da parte di tutti l’asticella. Tutti si aspettano miracoli. In questo momento molti accomunano la Nazionale a chi deve dare un segno di cambiamento. Abbiamo una responsabilità in più, dobbiamo andare in campo col pensiero di rendere orgogliosi gli italiani di questa maglia. Dobbiamo fare capire che l’italiano anche nella difficoltà fa squadra. Come insieme di gioco possiamo essere più bravi degli altri e noi stiamo lavorando su questo”.
Sull’importanza delle condizioni fisiche
“Abbiamo pensato di arrivare preparati, da questo punto di vista non dobbiamo sbagliare. Abbiamo capito molto dall’esperienza della Confederations, abbiamo lavorato a Coverciano per arrivare preparati dal punto di vista fisico”.
Sulle condizioni della rosa
“In questa fase ci sono giocatori che stanno bene e si sono visti e altri che hanno qualche acciacco. I quattro centrali hanno qualche problemino, ma è risolvibile. Per questo comunque ho deciso di portare Ranocchia, mentre Mirante è stato chiamato per i problemini a Sirigu e Perin”.
Sull’obiettivo dell’Italia
“Mou ha detto che siamo da finale? Lunga vita a Mourinho (ride, ndr). Il primo obiettivo è passare il girone e poi vediamo. Noi dobbiamo farci trovare pronti”.
Su Buffon, Pirlo e De Rossi, che hanno vinto un Mondiale
“Mi piace ascoltare le storie di chi ha vinto. Ho ascoltato Lippi, Gigi, Andrea. Ci sono tante energie che devono andare nella stessa direzione. Tante volte ci sono situazioni che pensi possano essere difficili e poi trovi energie per superarle. Una squadra è vincente quando non si pone limiti mentali”.
Sul Mondiale vinto nel 1934
“Dovremmo studiare di più la nostra storia. Ci può aiutare, riempire, fare capire che siamo una nazione che da un secolo a questa parte è stata protagonista”.
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