La scia positiva di Wall Street e delle Borse asiatiche contagia l’Europa. In Italia lo Spread torna ai livelli del 2011
Da un record all’altro. Wall Street spinge gli acquisti dall’Asia all’Europa, in scia alla ripresa dell’economia degli Stati Uniti, ma sugli scudi è sempre l’Italia, dove in una giornata interlocutoria dal punto di vista macroeconomico spiccano spread e Btp. La differenza di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi scivola in area 135 punti base, ai minimi dalla metà di aprile 2011, prima dello scoppio della crisi del debito, con i Btp a 10 anni che rendono il 2,71% dopo essere scesi fino al 2,69%. Ormai sono solamente tre i punti base di differenza rispetto al rendimento dei decennali del Regno Unito. Una contrazione di buon auspicio in vista della due giorni di aste in programma dal Tesoro (l’agenda dei mercati). Mercoledì saranno offerti in asta 6,5 miliardi di titoli a un anno, mentre giovedì sarà la volta dei Btp a media e lunga durata: oggi il ministero comunicherà l’ammontare che proverà a collocare. Già nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aveva spiegato come il Paese sta cercando di trarre il massimo beneficio dalla riduzione dei tassi per rifinanziare il proprio debito.
Insomma il trend sul debito pubblico italiano resta un buon viatico in vista della revisione del giudizio di Moody’s venerdì prossimo e nonostante la bocciatura di
S&P della scorsa settimana: secondo l’agenzia di rating è ancora troppo presto per valutare l’impatto dell’azione di governo sui conti del Paese.
La giornata di oggi resta comunque priva di importanti spunti: l’attesa si sposta a domani, con i dati Istat sul Pil italiano, e a mercoledì con l’incontro tra il presidente della Bce, Mario Draghi, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel: Berlino vuole capire quali sono le intenzioni dell’Eutower dopo l’ultimo taglio dei tassi. A livello internazionale si segnala la crescita del Pil giapponese che nel primo trimestre segna un +1,6% grazie alle spese delle famiglie aumentate del 2,3% tra gennaio e marzo rispetto al periodo compreso tra ottobre a dicembre. A trainare la crescita, però, è stato l’anticipo di molti acquisti di beni durevoli prima che scattasse l’aumento (dal 5 all’8 per cento) dell’imposta sui consumi.
In questo contesto a Milano Piazza Affari è in rialzo dello 0,25%, dopo aver aggiornato i massimi dell’anno oltre quota 22.400 punti: il Ftse Mib è tornato ai livelli dell’aprile 2011. Sotto i riflettori, ancora una volta, Mps con il via all’aumento di capitale e il titolo estremamente volatile. Nel resto d’Europa i listini sono ben intonati in scia alla seduta dell’Asia e dei nuovi record fissati venerdì scorso a Wall Street dall’S&P 500 e dal Dow Jones. Londra avanza dello 0,3%, Francoforte dello 0,1%, appaiata da Parigi. Poco mosso l’euro: la moneta unica segna 1,3637 contro il dollaro (1,3643 venerdì in chiusura di settimana). In mattinata la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo sui massimi degli ultimi tre mesi con il Nikkei che ha guadagnato lo 0,31%.
Sul fronte delle materie prime l’oro è in ribasso in avvio di settimana con il lingotto con consegna immediata scambiato vicino ai minimi da quattro mesi a questa parte a 1.252,8 dollari l’oncia. In rialzo le quotazioni del petrolio dopo i dati sulla crescita in Usa e Cina dei giorni scorsi. I contratti sul greggio Wti con scadenza a luglio vengono scambiati a 102,87 dollari al barile. Il Brent sale a 108,7 dollari.
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