Mondiale 2014, debacle spagnola. I Campioni del Mondo non superano la fase ai gironi
Il ‘Maracanazò finora è della Spagna. Questo 2-0 contro il Cile non sarà una tragedia nazionale come per il Brasile nel 1950, ma uscire dal Mondiale da campioni in carica dopo appena due partite è una storica brutta figura che rimarrà negli annali.Infatti non era mai successa, visto che 4 anni fa l’Italia andò anche lei fuori subito, ma per eliminarla ci vollero tutti e tre i match della prima fase.
Contro un Cile che ha confermato quanto di buono si diceva sul suo conto, e sostenuto a Rio da una marea di tifosi che hanno festeggiato gridando «eliminados» all’indirizzo degli spagnoli, la ‘Rojà di Del Bosque ha confermato l’impressione assolutamente negativa suscitata nella partita persa di brutto a Salvador contro l’Olanda. È una Spagna senza più benzina, intensità e gioco, ed è scomparso il celebre ‘tiqui-takà dato che qui si è vista gente che non si reggeva quasi in piedi e altri che non sapevano cosa fare con il pallone. Il più deluso sarà probabilmente Diego Costa, anche oggi fischiato e insultato dai suoi connazionali: avrebbe avuto il posto garantito anche nei 23 della Selecao, ma per il Mondiale di casa ha scelto la Furia e ora va fuori dopo soli 180 minuti.
In attesa di capire i motivi di un crollo così repentino di una nazionale che appena pochi mesi fa aveva dato una lezione di calcio all’Italia nell’amichevole del ‘Vicente Calderon’, vanno sottolineati i meriti del Cile, forgiato dal ct Jorge Sampaoli che ha continuato l’opera del connazionale ‘Locò Bielsa, al quale i cileni hanno intitolato perfino uno stadio. Quello della formazione oggi impostasi al di là di quanto dica il 2-0 finale, è un calcio totale che fa di lei un’Olanda sudamericana, esaltato dalle giocate di un Vidal superlativo, da un Sanchez ispirato e in continuo movimento così come Vargas, troppo frettolosamente bocciato dal Napoli. E bene è andato anche un altro calciatore per ora ‘ripudiato’ dal calcio italiano, quell’Aranguiz autore del gol del 2-0 e giocatore che l’Udinese ha ‘appoggiato’ in prestito all’Internacional di Porto Alegre, dove è uno dei beniamini dei sostenitori ‘garibaldini’.
Il carosello tattico di un Cile ben sostenuto anche da gente come Isla e Francisco Silva (anni fa proposto inutilmente al Milan) ha dominato dal primo al 96′ questa partita, in cui la Spagna è stata incapace di giocare: la sua pessima figura è pari a quella degli organizzatori di questo Mondiale brasiliano, perchè anche l’invasione degli ultrà cileni che hanno seminato il panico in sala stampa è una ‘prima voltà oltre che una dimostrazione di cronica inefficienza.
Bella la serie giocate messe in mostra dal Cile. Quella del primo gol è arrivata con Sanchez che ha servito Aranguiz per l’assist del n.20 a Vargas, che ha controllato bene, evitato Casillas (altro simbolo del disastro iberico) e depositato in rete. Ventidue minuti dopo gol del raddoppio cileno, con la respinta con i pugni di Casillas sulla punizione di Sanchez e pallone controllato da Aranguiz e poi scaraventato in rete.
E adesso per i cileni non finisce qui, perchè ci sarà la sfida con il modello a cui si ispirano, l’Olanda che ha battuto un pò a fatica l’Australia e contro la quale ci sarà in palio il primato nel girone e quindi, probabilmente, la possibilità di evitare i brasiliani negli ottavi di finale. Anche se visto come ha giocato oggi la sua squadra, forse Sampaoli questo derby sudamericano vorrebbe giocarlo, il 28 giugno a Belo Horizonte, per vendicare Bielsa e l’eliminazione di Sudafrica 2010.
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