Lavoro, secondo l’Istat a maggio le retribuzioni aumentano dell’1,3% su base annua
A maggio le retribuzioni contrattuali orarie salgono dell’1,3% su base annua, un decimo di punto in più di aprile, quando si erano fermate all’1,2%, segnando il minimo storico. Pur restano vicino ai livelli più bassi di sempre, continuano a viaggiare ad una velocità ben superiore all’inflazione (0,5%.) Lo rileva l’Istat, che su base mensile registra un aumento dello 0,1%. L’Istituto precisa come la rilevazione sulle retribuzioni non tenga conto degli 80 euro, non considerando la dinamica fiscale del costo del lavoro.
“Con riferimento ai principali macrosettori, a maggio le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,6% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a maggio presentano gli incrementi tendenziali maggiori – aggiunge l’Istat – sono: telecomunicazioni (3,1%); gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,0%) ed estrazione minerali (2,9%). Si registrano variazioni nulle nel settore edile e in tutti i comparti della pubblica amministrazione”.
Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di maggio è stato recepito un solo accordo e nessuno è scaduto. Alla fine di maggio – conclude l’istat – la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 61,5% nel totale dell’economia e del 50,2% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 29,3 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 15,5 mesi per quelli del settore privato.
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