Nizza, omicidio dell’ereditiera Pastor, arrestate venti persone. Coinvolte anche la figlia e il genero
Maxi-retata in Francia nell’inchiesta legata all’omicidio dell’ereditiera monegasca Hélène Pastor, vittima di un agguato a Nizza il 6 maggio scorso e morta in ospedale circa due settimane dopo.
A quanto si apprende da fonti vicine all’inchiesta, una ventina di persone – tra cui la figlia e il genero della vittima – sono state fermate tra Nizza, Marsiglia e Rennes, con l’accusa di aver partecipato all’organizzazione dell’agguato. In particolare, riporta il sito di Le Figaro, a Marsiglia sarebbero stati arrestati i presunti esecutori materiali, mentre a Nizza la stessa sorte è toccata a «uno o più mandanti».
Secondo radio RTL, è soprattutto il genero della vittima – uomo d’affari nonchè console di Polonia nel Principato di Monaco – che potrebbe essere il principale mandante. Un’informazione assolutamente non confermata ufficialmente.
Tra gli altri fermi, molti appartengono alle comunità maghrebina o comoriana. In particolare, i due presunti esecutori, di origine comoriana, sarebbero giunti a Nizza da Marsiglia in treno e poi in taxi, lasciando numerosi indizi, dice ancora RTL, citando le tracce ritrovate nella video-sorveglianza. In quel drammatico 6 maggio, la donna, 77 anni, era stata raggiunta da diversi colpi d’arma da fuoco mentre viaggiava in macchina con il suo autista, sparati da un uomo che secondo i rilievi degli inquirenti imbracciava un fucile da caccia a canne mozze.
L’autista, colpito a sua volta, era morto pochi giorni dopo. Hélène Pastor era deceduta circa due settimane dopo, nel pomeriggio del 21 maggio. Al momento dell’agguato, entrambi stavano lasciando in auto l’ospedale L’Archet di Nizza, dove l’ereditiera era andata a trovare il figlio ricoverato. A sparare, attraverso i finestrini, era stato un uomo con il volto scoperto. Poi l’aggressore si era dato alla fuga con un complice.
L’anziana signora, presentata come piuttosto discreta, che restava per lo più lontana dalle serate mondane del Principato, era molto vicina ai Grimaldi. Era anche una delle donne più ricche del Principato, tra gli eredi di una famiglia che possiede un impero immobiliare da diversi miliardi di euro. Impero fondato dopo la guerra dal nonno italiano Jean-Baptiste Pastor, originario della Liguria, al quale il principe Ranieri affidò i lavori di ristrutturazione del lungomare monegasco, e poi sviluppato dal padre Gildo. A loro pare che appartenga un terzo degli immobili del Principato. In una nota, anche il principe Alberto II aveva espresso la sua «compassione» alla famiglia Pastor-Pallanca «per l’annuncio della tragica scomparsa».
Resta da chiarire il movente del duplice omicidio. Secondo i media francesi, in un primo tempo la pista privilegiata sembrava essere quella della criminalità organizzata, in particolare della ‘ndrangheta calabrese, visti gli interessi in Costa Azzurra. Ma il fermo del genero e della figlia rimettono rimettono tutto in discussione.
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