Crisi economica, Confindustria taglia le previsioni di crescita del Pil: “Serve una scossa politica molto forte”
“E’ necessaria una scossa politica-economica molto forte per riportare l’Italia su un più alto sentiero di sviluppo”. La richiesta arriva dal Centro studi di Confindustria nel nuovo rapporto sugli Scenari economici.
Pil -Rispetto ai dati del dicembre scorso, gli economisti di viale dell’Astronomia stimano una crescita del Pil 2014 dello 0,2% contro lo 0,7% calcolato precedentemente. Analogamente il Pil 2015 chiuderebbe l’anno con un 1% contro l’1,2% stimato dal Csc sei mesi fa.
Stime in rialzo per il deficit/Pil: previsti per il 2014 il 2,9% e per il 2015 il 2,5%. A dicembre dello scorso anno le previsioni erano rispettivamente di 2,7% per il 2014 e 2,4% per il 2015. “Non appare né necessaria né opportuna alcuna manovra correttiva”, sottolinea il Csc.
“L’Italia cammina sul filo del rasoio: molti tasselli del rilancio – sottolinea – devono ancora essere incastonati al posto giusto e i rischi vanno sempre tenuti in alta considerazione. La salute del Paese resta fragile e la malattia della lenta crescita non è stata debellata; il paziente resta debole e fatica a reagire alle cure”. Uno stato dunque che “pur in presenza di miglioramenti evidenti in alcune aree del Paese”, sembra lontano dalla piena guarigione.
“Sono in atto emorragie del capitale umano e perdita di opportunità di business”, avverte ancora viale dell’Astronomia per la quale ora è più che mai necessario “ripartire dagli investimenti, ridurre e semplificare la tassazione sul reddito di impresa per fare impresa, sbloccando il credito e sfruttando appieno gli importanti fondi della precedente e attuale programmazione europea”. E in tutto questo “il tempo è una variabile decisiva”.
Come, d’altra parte, anche il ruolo che potrà giocare il governo: “l’aspettativa è di un energico impulso impresso dal Governo per ottenere presto significativi cambiamenti”, dice ancora il Csc riconoscendo che “la turbolenza del quadro politico, pur restando un freno, in questa fase si sia molto attenuata” per l’aspettativa crescente nel Paese di importanti riforme.
Resta, comunque, nelle previsioni di Confindustria, nonostante i dati siano stati tutti rivisti in peggio, la volontà di mantenere un “cauto ottimismo” per il futuro anche perché non sono stati ‘scontati’, dicono, gli effetti “sicuramente positivi delle riforme varate” e del rimbalzo economico dell’Expo.
Occupazione – Resta nero il fronte dell’occupazione: il biennio 2014- 2 015, infatti, si chiuderà con 1 milione e 815 mila posti di lavoro in meno se raffrontati con i dati 2007. Il Csc prevede, dopo un nuovo calo di posti lavoro dello 0,6% nel 2014, un mini-ripresa nel 2015 con un 0,4%. “Un recupero dapprima molto debole che si rafforzerà progressivamente”, dice ancora.
La disoccupazione sarà ancora alta nel prossimo biennio: nel 2014 infatti il tasso si assesterà al 12,6%. Nel 2015 inizierà una leggera flessione, dai massimi del primo trimestre, ma non calerà sotto il 12,5%. Anzi, compresa la Cig sarà ancora pari al 13,5% alla fine del periodo.
Fisco – “La pressione fiscale rimane elevata. Quella effettiva arriva al 52,5%”, dice il Csc nel suo rapporto.
Consumi – Consumi delle famiglie sostanzialmente invariati per il 2014, con una previsione dello +0,1%, e si stima una timida ripresa per il 2015, con un aumento dello +0,8%. Nel 2012 i consumi delle famiglie hanno subito un rallentamento pari a -4,0%, mentre nel 2013 il calo si è attestato a -2,6%. Dall’inizio della crisi i consumi hanno subìto una riduzione complessiva del 7,9%.
Export – Accelera la ripresa dell’export: le previsioni del Csc sono del +3,1% per il 2014 e del +3,8% per il 2015. Lo scorso anno si era chiuso con un sostanziale stallo, con le esportazioni di beni e servizi ferme a +0,1%.
Investimenti – Le previsioni per gli investimenti fissi lordi sono deboli ma in recupero: per il 2014 le stime del Centro studi di Confindustria sono ancora in perdita, con -0,7%, ma in miglioramento rispetto agli anni passati. Per il 2015, inoltre , il Csc prevede che gli investimenti fissi lordi registreranno il segno positivo, con +2%. Il 2012 aveva segnato una perdita pari a -8%, mentre nel 2013 -4,7%.
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