Gaza, continuano gli scontri nella notte, i morti salgono a 74. Onu: “situazione fuori controllo”
E’ di 74 morti e 550 feriti il bilancio dei raid israeliani sulla Striscia di Gaza, in tre giorni di offensiva denomitata ‘barriera protettiva’. Cinque bambini palestinesi risultano tra le 21 persone uccise dai raid israeliani solo di questa notte. La città più colpita è stata quella di Khan Yunis, a sud del territorio controllato da Hamas. Il lato palestinese del valico di Erez, al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, è stato distrutto. Un raid ha toccato il campo profughi di Nusseirat. Fra le vittime anche un giornalista locale. Ma è un conteggio impossibile da fare, e continua a salire.
Nella Striscia la realtà è drammatica, la popolazione (2 milioni di persone) ha praticamente passato la notte in bianco: i raid si sono susseguiti uno dopo l’altro. Dall’avvio dell’operazione, l’esercito ha annunciato di aver centrato oltre 750 siti di Hamas – tra questi la casa di un comandante che rapì il soldato israeliano Gilad Shalit – inclusi 31 tunnel e 60 lanciatori di razzo. “Abbiamo raggiunto 326 obiettivi a Gaza durante la notte portando a 750 il numero totale di obiettivi di Hamas colpiti dall’esercito dall’inizio dell’operazione ‘Border Protection’, ha detto Peter Lerner, un portavoce dell’esercito. “Più di 20 mila soldati riservisti sono stati chiamati, ma un attacco di terra sarà l’ultima opzione solo se la riterremo necessario”, ha aggiunto. Intanto i cari armati di Tsahal sono ammassati al confine con la striscia di Gaza mentre fonti israeliane fanno sapere che l’invasione potrebbe avvenire entro due o tre giorni.
La risposta di Gaza
. Puntano alle centrali nucleari. Il braccio armato di Hamas afferma di aver attaccato stamane con razzi M 75 la città di Dimona (nelle cui vicinanze si trova la centrale atomica israeliana) e la base aerea di Ramon, vicino a Mitzpe Ramon. Questi obiettivi sono situati nel Neghev, a 90-100 chilometri da Gaza. La radio militare ha riferito che due razzi sono caduti in zone aperte vicine a Dimona e un altro presso Mitzpe Ramon. Da Gaza sono stati lanciati 105 razzi: 82 sono caduti in territorio israeliano e di questi 21 sono stati intercettati in volo. Gli altri sono caduti in zone aperte. In meno di 3 giorni 365 razzi da Gaza: uno ogni dieci minuti. Hamas possiede circa 10 mila missili nell’enclave palestinese, ha sostenuto il portavoce militare di Israele.
Quelli lanciati ieri sono arrivati a 130 chilometri di distanza, verso Zichron Yaacov poco distante da Cesarea. Se per ora non ci sono vittime – gli ultimi tre ordigni, caduti in nottata, hanno ucciso solo una decina di mucche secondo il sito Ynet – lo si deve al sistema antimissili Iron Dome che ha riportato un 90% di successo. Ma nessun posto del paese sembra essere al sicuro: sette razzi sono stati scagliati anche contro Dimona, dove è accreditata la presenza del sito nucleare israeliano, anche questi intercettati dalla ‘Cupola di Ferro’.
Convocata riunione sicurezza
Una riunione del gabinetto di sicurezza di Israele, presieduta dal premier Benjamin Netanyahu, è stata convocata per discutere la situazione a Gaza. Osama Hamdan, una delle figure di spicco di Hamas a Gaza, ha denunciato che Israele si rifiuta di negoziare un nuovo accordo di cessate il fuoco. Lo riferisce il sito web dell’israeliano Haaretz senza specificare se Hamas abbia offerto di porre fine al lancio di razzi. Ieri il presidente uscente Shimon Peres ha avvertito che l’invasione della Striscia di Gaza, “può ancora essere evitata”, ma a patto che venga posto fine immediatamente al lancio di razzi dall’enclave.
Onu: situazione fuori controllo
“Sono allarmato dalla nuova ondata di violenza che ha travolto Gaza, il sud di Israele e la Cisgiordania, inclusa Gerusalemme est. Questo è uno dei test più critici che la regione ha affrontato negli ultimi anni”, ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon annunciando una riunione del Consiglio di sicurezza. “Il deterioramento della situazione a Gaza sta portando a una spirale verso il basso che potrebbe rapidamente sfuggire al controllo di chiunque”, ha aggiunto Ban parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro.
Abu Mazen: Guerra contro il popolo
Il leader palestinese Abu Mazen – che ha detto di essere in contatto con l’Onu e l’Egitto – ha attaccato duramente Israele minacciando il ricorso alle agenzie internazionali, compresa la Corte penale dell’Aja. “Gli eventi di queste ore non sono una guerra contro Hamas, ma una guerra contro il popolo palestinese. Partita da Hebron, passata a Shufat e adesso a Gaza”, ha sottolineato, riferendosi sia alle operazioni israeliani in Cisgiordania, dopo il rapimento e l’uccisione dei tre ragazzi israeliani, sia al ragazzo palestinese arso vivo nel sobborgo di Gerusalemme ad opera di estremisti ebrei. E Khaled Maashal, leader in esilio di Hamas ha denunciato che “le cose sono state in pace finché Netanyahu non ha commesso ogni possibile tipo di terrorismo contro il nostro popolo”.
L’Egitto apre i valichi per i feriti
Le autorità egiziane hanno riaperto il valico di Rafah con la Striscia di Gaza per consentire l’ingresso nel paese dei palestinesi rimasti feriti nei raid. Gli ospedali nel Sinai settentrionale sono stati posti in “stand-by”, riferisce l’agenzia Mena. Il valico di Rafah, l’unico che aggira il confine con Israele per raggiungere Gaza, in genere è chiuso e le autorità giustificano la misura con i pericoli rappresentanti da jihadisti attivi sul territorio egiziano.
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