Corleone, badante nasconde il cadavere del suo assistito per riscuotere la pensione
La polizia scientifica ha recuperato nelle campagne di Corleone, avvolto in un sacco nero della spazzatura, il corpo di un uomo: dovrebbe essere il cadavere di Antonino Cutrò, un pensionato di 87 anni seppellito due anni fa dalla sua badante, Maria Antonietta Di Mattia, 50 anni. La donna, che accudiva da diversi anni l’anziano nella propria abitazione, avrebbe occultato il cadavere per continuare a riscuotere la pensione.
Sgomento in paese
La notizia ha suscitato sgomento in paese, dove tutti conoscevano Antonino Cutrò chiamato affettuosamente “zio Ciccio”. Vent’anni fa l’uomo si era trasferito da Bivona, nell’Agrigentino, a Corleone. Qui aveva conosciuto Maria Antonietta Di Mattia, che si occupa in paese di diversi anziani. Le condizioni in cui la donna vive sono definite dagli investigatori molto disagiate.
La vicenda
Cutrò da qualche anno si era trasferito nella casa popolare della donna. Nel novembre 2012 la badante, secondo quanto ha raccontato agli investigatori, avrebbe trovato morto l’uomo dopo essere tornata a casa. Dopo avere tenuto il corpo in casa per dieci giorni avrebbe deciso di seppellirlo in un suo appezzamento di terreno in Piano Di Corte per continuare a incassare la sua pensione.
La polizia era già sulle tracce di Maria Antonietta Di Mattia
La misteriosa scomparsa di Antonino Cutrò, che da tempo non si faceva vedere in paese, era stata infatti segnalata al commissariato di Corleone. Gli agenti avevano avviato le indagini accertando che la pensione dell’anziano veniva regolarmente incassata. A questo punto avevano convocato la badante dell’anziano, ma Maria Antonietta Di Mattia aveva preso tempo. La donna, vistasi ormai scoperta, in un primo momento aveva pensato di togliersi la vita; quando si è presentata nello studio dell’avvocato Antonio Di Lorenzo aveva la borsa piena di psicofarmaci. Il legale l’ha convinta a raccontare tutto agli uomini del commissariato e a collaborare con la giustizia.
L’avvocato
«E’ venuta nel mio studio – racconta l’avvocato Di Lorenzo – Mi ha detto che voleva farla finita, voleva suicidarsi, non ce la faceva più a sopportare quella situazione. Dopo averla rasserenata ho chiamato la polizia».
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