Conflitto in Medio Oriente, uccisi 4 bambini palestinesi su una spiaggia di Gaza, scatta una tregua umanitaria di 5 ore chiesta dall’Onu
Un piccolo spiraglio riaccende la speranza nel conflitto in Medio Oriente. Dopo nove giorni di scontri, Israele e Hamas si sono entrambi impegnati stamane a sospendere le ostilità per cinque ore in modo da permettere l’evacuazione dei feriti più gravi e l’approvvigionamento della popolazione di Gaza.
CESSATE IL FUOCO
La tregua umanitaria è stata siglata nella notte da Hamas dopo che l’esercito israeliano aveva annunciato che avrebbe «cessato tutte le operazioni nella Striscia di Gaza» e non avrebbe «sparato». Cominciato alle 10 ora locale, lo stop alle ostilità dovrebbe durare fino alle 15 (9-14 ora italiana). «Se Hamas o qualsiasi altra organizzazione terrorista approfitterà di questa finestra umanitaria per lanciare attacchi contro civili israeliani o settori militari, l’esercito risponderà con fermezza e in maniera netta», ha tuttavia avvertito Israele.
UNO SPIRAGLIO INSEGUENDO LA PACE
La tregua è stata chiesta dall’inviato speciale dell’Onu per il Medio Oriente, Robert Serry, dopo la morte su una spiaggia di Gaza di quattro ragazzini palestinesi che giocavano e che sono stati uccisi da un bombardamento della Marina. Si tratta del primo cessate il fuoco accettato da entrambe le parti da quando, all’alba di martedì scorso, è cominciata l’offensiva Margine Protettivo, un’offensiva che ha già fatto, secondo fonti palestinesi, oltre 225 vittime. Ma prima della tregua, ancora una volta, a parlare sono state le armi. Una salva di razzi è stata lanciata dalla Striscia verso la parte centrale d’Israele, compresi 4 nell’area grande di Tel Aviv, e sud del paese. Uno dei razzi è stato intercettato sopra la città di Petah Tikva, mentre l’altro ha colpito una parte disabitata. Anche i raid israeliani sono proseguiti fino a pochi minuti prima della tregua: le vittime nella Striscia sono ormai 230. I colpi sparati da un blindato hanno colpito una casa a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, uccidendo tre palestinesi.
LA STRAGE DEGLI INNOCENTI
Aerei e navi israeliane hanno intensificato ieri gli attacchi su Gaza, colpendo la zona costiera dove quattro bambini palestinesi sono stati uccisi. I piccoli, fra i 9 e 11 anni, sono stati uccisi mentre giocavano su una spiaggia a ridosso della strada costiera a Ovest di Gaza. Il bambini morti si chiamavano Mohammed, Islaim, Zakariya e Ahed. Appartengono ai Bakr, una famiglia di pescatori che tiene le barche al porto poco distante. Per il medico palestinese Ashraf Al Kedra, che ha assistito i feriti, «prima è caduta una bomba piccola che ha fatto scappare i bambini e 30 secondi dopo è arrivata la seconda esplosione, più devastante, che ne ha uccisi quattro ferendo gli altri». La salma di una vittima aveva una gamba mozzata e il corpo ustionato. Poco lontano ne giaceva un’altra, di un bambino con i capelli ricci. La reazione dell’esercito israeliano arriva dal portavoce, Peter Lerner: «Non abbiamo alcuna intenzione di colpire i civili trascinati da Hamas nella realtà della guerra urbana, stiamo indagando sull’incidente avvenuto e sulla base di risultati preliminari posso affermare che l’obiettivo erano alcuni miliziani di Hamas». «La morte dei civili è un evento tragico» sottolinea il portavoce militare, secondo il quale «le nostre forze armate più volte hanno cancellato operazioni per evitare di colpire la popolazione».
LA DIPLOMAZIA
«Se Hamas non accetterà la proposta egiziana non ci darà altra possibilità che continuare l’operazione militare a Gaza e dare una risposta ancora più forte», ha ammonito il negoziatore capo israeliano Tizpi Livni incontrando il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, che da due giorni è nella regione. Il ministro italiano ha anche visto per un’ora e mezzo il premier Netanyahu e a lui ha ribadito la «preoccupazione non solo per il lancio dei razzi sul territorio e su obiettivi civili israeliani ma anche l’alto numero di vittime, compresi i bambini a Gaza». Se è «difficile – ha aggiunto Mogherini – il cessate il fuoco è l’unica soluzione». Ma è l’Egitto del presidente Abdel Fattah al Sisi (che nei giorni scorsi ha sentito Netanyahu) ad essere il crocevia al momento dell’azione diplomatica che sta cercando di rimuovere gli ostacoli ad una tregua. Il presidente palestinese Abu Mazen è da ieri al Cairo per una visita di due giorni in cui vedrà lo stesso al-Sisi per discutere degli sviluppi della situazione a Gaza. Abu Mazen – che è a favore di una tregua – incontrerà però anche Mussa Abu Marzuk, numero due di Hamas. Del resto contatti tra egiziani e Hamas sono già avvenuti oggi stesso, sempre al Cairo. Ma domani nella capitale egiziana, secondo la tv israeliana, potrebbe arrivare anche una delegazione israeliana composta dal capo dello Shin Bet Yoram Cohen, dal negoziatore Ytzhak Molcho e da Amos Gilad del ministero della Difesa per un confronto su possibili punti di caduta.
Social