Riforme istituzionali, nuovo incontro Pd – M5S. Di Maio. “Con i nostri voti, insieme al Pd, gli italiani avranno le preferenze nella legge elettorale”
Sono ancora le riforme istituzionali a tenere banco nell’agenda politica. E’ terminato alle 16.40 l’incontro tra il Pd e il Movimento 5 Stelle, anche questa volta in streaming. Iniziato alle 15, sul tavolo del confronto la riforma elettorale con il nodo delle preferenze, su cui i pentastellati non vogliono mollare.
Presente anche questa volta il premier Matteo Renzi.
Per il Movimento ci sono i due capigruppo a Camera e Senato Paola Carinelli e Vito Petrocelli, più l’estensore del cosiddetto Democratellum, Danilo Toninelli, e Luigi Di Maio, principale sponsor dell’apertura del Movimento al dialogo con i democratici. La delegazione del Pd è formata dal vicesegretario Debora Serracchiani, il capogruppo alla Camera Roberto Speranza e Alessandra Moretti.
Ballottaggio
Il M5S ribadisce la disponibilità ad inserire il ballottaggio nella legge elettorale ma tra i primi due partiti e non tra le prime due coalizioni. Spiega Danilo Toninelli: “Il doppio turno di coalizione è più instabile perché alimenta le accozzaglie. I partiti si uniscono per vincere ma poi in Parlamento la coalizione si scioglie. E’ successo a Prodi nel 2008 e a Berlusconi nel 2011″.
Preferenze
– “Tra avere e non avere le preferenze, preferiamo avere le preferenze”. Lo dice il premier Matteo Renzi ai 5 Stelle. “Si è arrivati ad un accordo sull’Italicum però che non le prevede, tanto che noi faremo le primarie e alcuni propongono le primarie per legge, cosa che però avrebbe un certo costo per lo Stato… Se si dovesse scegliere tra preferenze e primarie per legge, io sceglierei le preferenze”. Sul tema c’è stato un botta e risposta tra Luigi Di Maio e Debora Serracchiani. “Noi vorremmo capire se c’è la disponibilità del Pd a discutere di preferenze – chiede a più riprese il grillino – Siete disposti a cedere sulle preferenze in cambio della governabilità?”. “Perché dovremmo fare un mercimonio della riforma?”, risponde piccata l’esponente dem.
Riforme
– “Sulle riforme vogliamo tenere aperta o no la discussione? Se sì, la questione che vi pongo è: quali sono i punti su cui voi non accettate totalmente nessun tipo di accordo?”, dice poi Renzi. “Perché vedo che sul superamento del bicameralismo non siete contrari, sulla semplificazione delle funzioni e una maggiore chiarezza tra regioni e Stato siete d’accordo… resta il tema, anche per voi, dell’elettività di primo o secondo livello dei senatori, e poi? Che altro? Non mi sembra che siate così lontani…”. “L’unica cosa su cui siamo assolutamente contrari è la questione dell’elettività del Senato”, risponde Di Maio. La questione del Senato elettivo, afferma Di Maio, “per noi è un punto centrale”. Poi ci sono altri aspetti a cui i 5 Stelle non intendono rinunciare. “Siamo contrari all’aumento del numero di firme per il referendum”, e “vogliamo una sanità più centrale, statalizzata: una sola in tutta Italia e non tante sanità diverse”. “Ci piacerebbe anche discutere su immunità”, aggiunge, e poi “perché non riduciamo anche i deputati?”, chiede.
Immunità
– “L’immunità io non la utilizzo, Toninelli pure, lei Renzi non ce l’ha. Quindi aboliamola. Oppure deve andare ad Arcore e chiedere il permesso?”. Lo chiede Luigi Di Maio (M5S) a Matteo Renzi. L’immunità “non c’era nel testo del governo, l’abbiamo messa perché nel dibattito parlamentare è stata richiesta. E’ corretto dire, come hanno fatto i 5 Stelle, che un parlamentare non sia perseguito per le opinioni espresse e i suoi voti. Discutiamone, figuriamoci se non ne vogliamo discutere…”, risponde Renzi.
Ironia di Renzi
“Io sono un bradipo? Veramente io c’ho messo una settimana a rispondervi, voi ci avete messo 6 mesi…”. Così Matteo Renzi si rivolge ai 5 Stelle citando l’attacco nei suoi confronti del blog di Beppe Grillo che ha appunto definito il premier ‘bradipo’ per la sua lentezza a rispondere al M5S.
Commenti
“Oggi abbiamo incontrato il Pd. Lenti devo dire: hanno rimandato ad un altro tavolo… dopo 25 giorni di gestazione dal primo. Non gli lasceremo spazio per alibi o perdite di tempo”, scrive Di Maio su Facebook. “Dall’inizio della nostra esistenza abbiamo sempre detto ‘collaboriamo punto su punto’ con chi ci sta. Sulle preferenze c’è stata un’apertura (che verificheremo eccome). Non siamo assolutamente d’accordo sul loro Senato non elettivo, ciò non vuol dire che non possiamo votare insieme l’abolizione dell’immunità parlamentare e gli altri punti esaminati al tavolo”. “Occhi puntati sul Senato dalla settimana prossima. Si vota per l’immunità parlamentare e vediamo se tengono fede agli impegni di fine tavolo”, dice ancora Di Maio. “Con i nostri voti, insieme al Pd, gli italiani ad ottobre avranno le preferenze nella legge elettorale”, spiega poi all’Adnkronos il vicepresidente della Camera.
“Un incontro positivo per continuare a dialogare sulle riforme. Noi abbiamo dimostrato l’interesse ad andare avanti nella convinzione che le regole vadano scritte con tutti”. Così invece il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani. “Speriamo che lo stesso valga per tutto il M5S visto che anche negli ultimi giorni, tra smentite, rettifiche e insulti c’è chi ha dimostrato di preferire al dialogo la contrapposizione frontale”, osserva. “Noi rimaniamo convinti che le riforme siano essenziali per il Paese e andremo avanti. Agli altri l’onere della prova di esserci con chiarezza e convinzione”, conclude.
Social