Spending review, tetto agli stipendi dei dipendenti del parlamento. Dure contestazioni a Montecitorio. Boldrini: “Vi adeguo al paese reale”
Arrivano i tetti retributivi per i dipendenti di Camera e Senato. Gli Uffici di presidenza di Montecitorio e Palazzo Madama, riuniti in contemporanea, hanno fissato quello massimo, relativo ai Consiglieri Parlamentari, in 240mila euro all’anno al netto della contribuzione previdenziale (l’8,8% della retribuzione). Una decisione che non ha fatto mancare polemiche e contrasti.
“Bravi, Bravi, Bis!” e “grazie!”. E’ stata questa l’ironica acclamazione, accompagnata da un lungo applauso con cui i numerosi dipendenti di Montecitorio hanno salutato l’uscita dei componenti dell’ufficio di presidenza della Camera al termine della riunione che ha dato l’ok alle linee guida per iniziare la contrattazione sulla applicazione dei tetti salariali. Un centinaio di persone tra dipendenti, funzionari e commessi, hanno inscenato una sorta di sit in davanti alla Biblioteca della presidente Laura Boldrini per segnalare ai componenti dell’ufficio di presidenza il loro malcontento.
La reazione di Laura. L’avvio della contrattazione per i tagli agli stipendi dei dipendenti Camera è “un passo importante e positivo” e “spiace e rattrista” la contestazione di questa mattina proprio mentre fuori Montecitorio c’era “il Paese reale”, lavoratori che chiedono il finanziamento Cig. Così Laura Boldrini che auspica “responsabilità e consapevolezza”. “E’ un atto – spiega – che vuole rafforzare l’istituzione parlamentare, mettendola sempre più in sintonia con la realtà difficile che sta vivendo il Paese e che a tutti deve essere ben presente”.
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